Sebbene siano rimaste a livelli piuttosto bassi, malattie come la pertosse, il morbillo, la tubercolosi e la sifilide sono tornate alla ribalta in Francia negli ultimi anni e richiedono una maggiore vigilanza da parte degli operatori sanitari e della popolazione. Come siamo riusciti a mantenerli su soglie basse e perché stanno aumentando? Elementi di spiegazione.
Sono nomi che pensavamo appartenessero al passato. Tubercolosi, morbillo, pertosse, sifilide. Queste malattie che per molto tempo non preoccupavano più i paesi cosiddetti sviluppati, riemergono con un’incidenza talvolta preoccupante, soprattutto in Francia.
“È il genio dell’epidemia: ci sono cicli di qualche anno, a volte qualche decennio in cui le malattie vengono dimenticate, mutano un po’, poi ricompaiono senza preavviso”, spiega all’AFP Mikal Askil Guedj, dottore in scienze mediche e autore di “. Medici malgrado voi, Ritratti delle malattie del XXI secolo” (Grasset).
Secondo lui queste malattie non sono mai realmente scomparse, ma “si sono trasformate, distanziate nel tempo”.
Mircea Sofonea, docente di epidemiologia ed evoluzione delle malattie infettive all’Università di Montpellier, spiega che ci sono quattro fasi nella lotta alle malattie infettive: controllo (limitare l’impatto sanitario di una malattia o la diffusione di un virus, come nel caso del Covid- 19), eliminazione (quando un virus o un batterio patogeno non circola più in un dato territorio), eradicazione ed estinzione.
E’ cosa?
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