Capogruppo di Terre Bleue, Gigue e Zilton falliscono: 150 persone perdono il lavoro

Capogruppo di Terre Bleue, Gigue e Zilton falliscono: 150 persone perdono il lavoro
Capogruppo di Terre Bleue, Gigue e Zilton falliscono: 150 persone perdono il lavoro
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Duror Fashion Group, la holding dei marchi di moda Terre Bleue, Gigue e Zilton, e le altre società del gruppo hanno deciso di chiudere i conti. Lo ha riferito la stessa società in un comunicato stampa sabato. Più di 150 persone perderanno il lavoro a causa del fallimento. 29 negozi rimarranno chiusi per il momento.

Il gruppo è conosciuto soprattutto per i marchi di moda che ha sotto la sua ala protettrice: Terre Bleue, uno dei marchi più noti delle vie dello shopping, il marchio preppy Gigue – una volta fondato da Jo Wyckmans – e il marchio maschile Zilton.

L’azienda di famiglia, esistente dal 1938 e guidata da circa cinque anni da Peter Perquy, non è più riuscita a tenere sotto controllo i propri debiti. Secondo il comunicato stampa, da un fatturato di 35 milioni di euro prima del corona, nel 2022-2023 restano 30 milioni di euro. Il gruppo presuppone che questo calo sarebbe continuato nell’anno finanziario 2023-24.

Guerra in Ucraina

Duror indica come cause principali la crisi del coronavirus, la guerra in Ucraina, l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, l’inflazione e le recenti condizioni meteorologiche imprevedibili. Ma come nel caso di altri recenti fallimenti nel settore della moda, come Esprit e Scotch & Soda, anche il mercato ultra competitivo gioca un ruolo: concorrenza del fast fashion, negozi online stranieri e vendite su larga scala di seconda mano, come Vinted.

Poiché i marchi del gruppo si trovano anche in boutique multimarca, avvertono sempre più la pressione sui punti vendita più piccoli: “La decimazione dei rivenditori di moda indipendenti, che rappresentano circa il 50% del fatturato di Duror Fashion Group, ha reso tutto ancora più difficile”, si legge ancora nel comunicato stampa. (Leggi di più sotto la foto)

Un’immagine della campagna Terre Bleue del 2020. — ©Diego Franssens

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E sono soprattutto i marchi del segmento medio leggermente più costoso, spesso non molto pronunciato, ad essere sensibili a tutti questi fattori di mercato. I consumatori sembrano abbandonare questo segmento nel segmento del lusso e nel fast fashion. Ciò è stato chiaro anche ad Esprit e Scotch & Soda

L’azienda sottolinea che negli ultimi anni sono state adottate diverse misure per ridurre i costi (nonostante la pressione al rialzo dell’inflazione) e aumentare il fatturato: “Alcuni marchi in portafoglio hanno avuto successo meglio di altri. Gigue, ad esempio, ha ottenuto una buona crescita nelle ultime stagioni. Ciò si è rivelato più difficile per gli altri marchi del gruppo, un fenomeno con cui si è confrontato l’intero settore”.

Nessun accordo con i finanziatori

In questo contesto è stato impossibile raggiungere un accordo definitivo con i finanziatori sulla ripartizione dei crediti su un periodo più lungo. Questa settimana è un momento importante, poiché i prestiti ottenuti durante la crisi del coronavirus scadono il 30 giugno 2024.

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