Correre fino al collasso: devi andare fino in fondo per ritrovare te stesso

Correre fino al collasso: devi andare fino in fondo per ritrovare te stesso
Correre fino al collasso: devi andare fino in fondo per ritrovare te stesso
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Devi andare oltre te stesso per ritrovare te stesso

Pubblicato oggi alle 9:01

E se dovessi andare oltre te stesso per trovare te stesso? Un viaggio che somiglia a una ricerca iniziatica: non è la destinazione che conta, ma il percorso, sembra.

Qui, però, si tratta ancora di restare in piedi per ultimi, in un gioco al massacro che riunisce volontari entusiasti. Ecco il principio del cortile: difficilmente esiste un traguardo, se non nelle nostre piccole teste formattate.

E’ vero, perché volerne decretare la fine a tutti i costi? Che concezione limitata dell’esistenza: il nostro bisogno di finitezza è pari solo alla nostra ansia per l’infinito. A meno che non sia il contrario. Segui?

Vivi e lascia soffrire

Tuttavia, per cogliere appieno l’irraggiungibile, bisogna abbracciarlo con tutto il cuore, in uno slancio disinteressato: è lì, al limite di sé stessi, molto più in là di quanto sembri, quando smettiamo di contare, che amiamo davvero. E l’amore fa male.

La sofferenza è una strana compagna di viaggio. Dapprima insopportabile, lo sopportiamo, prima di non poterne più fare a meno. È la ricevuta di un cammino percorso pienamente, follemente.

Qui nessuno si preoccupa della prudenza e ancor meno del lassismo, come la nostra vita monotona ci ricorda costantemente fino a convincerci allegramente. Si tratta di donarsi con tutto il cuore, senza restrizioni o concessioni.

Assapora il profumo dell’eternità

Che gioia semplice è quella di lasciarsi andare, senza pensare mai oltre il prossimo crampo. Alla fine c’è amarezza e, contro ogni previsione, è positivo.

Sì, queste donne e questi uomini girano in tondo come asini con un occhio solo, ma si alzano, vanno oltre la loro dannata finitezza, per assaporare un profumo di eternità. Ogni passo evoca il successivo e allo stesso tempo ci fa dimenticare quello precedente. È un ritornello che invoca l’infinito, ma che può essere vissuto solo nel momento presente.

Dopo quasi due giorni di fatica giorno e notte, tra pipì e vomito, li abbiamo ritrovati intrisi di dignità ed ebbri di felicità. In fin dei conti devastati, devastati, ma soprattutto formali: non si sono mai sentiti così bene. Ascoltateli, loro che non torneranno mai più. Sì, devi andare oltre te stesso per trovare te stesso.

Florian Müller è giornalista e responsabile di sezione presso Sport-Center. Dopo aver studiato letteratura all’Università di Ginevra, entra a far parte della redazione del gruppo Tamedia nel 2010.Più informazioni @FloMul

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