la Corte Suprema conservatrice assesta un colpo terribile al potere regolatore dello Stato – Libération

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Ribaltando la giurisprudenza Chevron del 1984, la Corte riduce il potere delle agenzie federali in materia di ambiente, salute o protezione sociale. Una vittoria degli ambienti ultraliberali dopo decenni di crociata ideologica.

All’indomani del catastrofico dibattito di Joe Biden, il governo e l’intero apparato politico democratico si sono svegliati tormentati dall’ansia di un indebolimento dell’esecutivo. La mattina del 28 giugno ha portato loro una nuova storica delusione. Non contenta di aver ribaltato decisioni chiave come il diritto federale all’aborto nel 2022 e la protezione delle minoranze assicurata dall’Affirmative Action nel 2023, la Corte Suprema, ancora una volta con una maggioranza di sei giudici conservatori su nove, ha sepolto una giurisprudenza che per quarant’anni aveva sostenuto il potere regolamentare dello Stato federale e ne aveva protetto le amministrazioni da cause legali nei settori cruciali dell’ambiente, della sanità e del diritto del lavoro.

Emessa all’unanimità nel 1984 dall’allora Corte Suprema, sotto Ronald Reagan, la decisione “Chevron vs. Natural Resources Defense Council”, “Chevron” per milioni di studenti di giurisprudenza e giuristi, rappresentò un monumento giuridico, essendo stata citata 70 volte dalla Corte stesso e più di 17.000 volte nei tribunali federali di primo grado

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