la liberazione di quattro ostaggi israeliani dà speranza alle famiglie ma anche preoccupazioni

la liberazione di quattro ostaggi israeliani dà speranza alle famiglie ma anche preoccupazioni
la liberazione di quattro ostaggi israeliani dà speranza alle famiglie ma anche preoccupazioni
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Ariane Ménage (a Tel Aviv) / Crediti fotografici: SAEED QAQ / NURPHOTO / NURPHOTO VIA AFP
7:42, 9 giugno 2024modificato in

7:43, 9 giugno 2024

L’esercito israeliano ha annunciato sabato di aver liberato quattro ostaggi nel corso di una “operazione speciale” nel centro della Striscia di Gaza, zona colpita da intensi bombardamenti da diversi giorni. Ma dopo questo annuncio, le famiglie degli ostaggi ancora detenuti a Gaza sono divise tra speranza e preoccupazione.

Quattro ostaggi israeliani tenuti da Hamas nella Striscia di Gaza sono stati rilasciati sabato dall’esercito israeliano. Sono Noa Argamani, 26 anni, Almog Meir Jan, 22 anni, Andrey Kozlov, 27 anni, e Shlomi Ziv, 41 anni, tutti e quattro “rapiti” dalla sede del festival di musica elettronica Nova, durante il The attacco senza precedenti compiuto da Hamas sul suolo israeliano il 7 ottobre, che, secondo l’esercito, ha scatenato le ostilità.

“Mi dà speranza vedere tornare anche mio figlio”

Dopo questo annuncio, le famiglie degli ostaggi ancora detenuti a Gaza sono divise tra speranza e preoccupazione. Il ritorno dei quattro ormai ex ostaggi è stato davvero festeggiato in tutto il Paese. A Tel Aviv, sabato sera, in Piazza degli Ostaggi, sono state proiettate le immagini del loro ricongiungimento con le famiglie tra gli applausi della folla. Contrariato nel comizio, Dany è il padre di un ostaggio tenuto a Gaza. “Sono felicissimo perché sono come la mia famiglia e mi dà la speranza di vedere tornare anche mio figlio”, si infila al microfono di Europa 1.

“La nostra gioia non è completa, ha ancora 120 ostaggi lì”

La speranza di vedere gli ostaggi ritornare vivi e apparentemente in buona salute ma anche la preoccupazione per un nuovo fallimento delle trattative. Un sentimento condiviso da Michael Lévy, il cui fratello è ancora detenuto da Hamas a Gaza. “La nostra gioia non è completa, ci sono ancora 120 ostaggi lì. È ovvio che non saremo in grado di salvarli tutti con un’operazione militare. L’unico modo per riportare indietro tutti gli ostaggi è un accordo”, dice.

Sabato sera in tutto il paese si sono svolte manifestazioni per un accordo di liberazione e cessate il fuoco. A Tel Aviv si sono conclusi con scontri con la polizia e una trentina di arresti.

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