Mohammed Alnaas, da marito fatato a “casalinga disperata” – Libération

Mohammed Alnaas, da marito fatato a “casalinga disperata” – Libération
Mohammed Alnaas, da marito fatato a “casalinga disperata” – Libération
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romano

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Il quaderno dei Livres de Libéfascicolo

“Il pane sulla tavola dello zio Milad”, il primo romanzo libico in forma di confessione tragicomica.

C’è il pane di Milad ma anche lo zucchero di Milad. L’eroe di Mohammed Alnaas ha perso il treno della virilità prendendosi cura delle gambe delle sue sorelle? L’unico maschio della famiglia ha fatto una specialità fin dall’adolescenza: preparare il caramello con acqua di rose o fiori d’arancio che verrà utilizzato per la depilazione di Saliha, Safa, Sabah e Asma. E poi sa tirare con delicatezza le strisce di caramello caldo e morbido, la leggera sofferenza è deliziosa, dicono gli interessati. Più tardi è Zeinab, la fidanzata, con la quale si abbandona ad altri giochi nell’appartamento di uno zio artistico e liberale, che sfrutta le sue doti di depilatore. Milad è decisamente ai margini del ruolo che ci si aspetta da lui. Quando lo sorprende a partecipare a queste scene da boudoir, il padre si arrabbia e lo schiaffeggia. Ed ecco il ragazzo tratto da questo dolce nido sororale: d’ora in poi andrà tutti i giorni al kousha, il grande panificio paterno “ereditato” da un maestro italiano, gli Epis d’oro. Lì lo aspetta un’altra forma di sensualità, impara con amore il mestiere, a fare tutti i tipi di pane, italiano, tunisino, inglese, francese.

Il pane sulla tavola di zio Milad si dipana in sei parti come tanti luoghi visitati dalla memoria: “il panificio”, “la caserma”, “la casa di famiglia”… Più originali, ognuna evidenzia, come in una Via Crucis, un proverbio popolare. Messe insieme, sono una disperata litania sessista che trasmette

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