Lucas Pouille attacca nuovamente Jannik Sinner

Lucas Pouille attacca nuovamente Jannik Sinner
Lucas Pouille attacca nuovamente Jannik Sinner
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Mentre la WADA ha rilanciato il caso Jannik Sinner, Lucas Pouille continua ad essere molto critico nei confronti dell’italiano, denunciando il trattamento di favore che avrebbe ricevuto.

Con la riapertura del caso da parte dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA), che chiede una sospensione di uno o due anni per l’italiano, la telenovela di Jannik Sinner è stata rilanciata in questi giorni. E questa vicenda continua a infastidire Lucas Pouille, che denuncia il trattamento preferenziale concesso al numero 1 del mondo, non sancito in prima istanza dall’International Tennis Integrity Agency (ITIA).

« Esistono doppi standard? direi di sì, sostiene il francese in un’intervista rilasciata a Tennis Attivo. È stato scagionato, buon per lui. Non penso che abbia preso nulla intenzionalmente. E’ un giocatore che ho apprezzato molto, che ho amato guardare giocare, ma per me quando firmi i documenti antidoping sei responsabile di tutto quello che metti nel tuo corpo. Questo non è un piccolo prodotto. Quindi sì, quello che aveva in corpo era minuscolo… ma comunque felice, voglio dire. »

Lucas Pouille paragona il caso Sinner, risultato positivo ma non punito, a quello di Mikael Ymer, che ha ricevuto una sospensione di due anni per aver commesso tre mancate presentazioni. Vale a dire che non era presente al momento del controllo antidoping nel luogo da lui indicato nel software Adams, compilato da atleti di alto livello. “ Per spiegare cos’è un no-show, non si tratta di un rifiuto di effettuare un controllo, crede Lucas Pouille, è dire che sei fuori concorso quando sei in competizione, perché hai compilato male i documenti, o hai dimenticato di cambiare indirizzo perché viaggi tutte le settimane. Nonostante tutto, veniamo controllati 20-25 volte l’anno. »

Pouille: “Quello che trovo strano…”

Ymer è stato pesantemente sanzionato, e non il numero 1 del mondo, mentre entrambi hanno commesso un errore o una negligenza, e questo è ciò che infastidisce Pouille. “ Per me questo non è normale. Non conosco la vicenda Sinner come le mie tasche. Non ho letto né guardato tutto quindi non posso sapere tutto ma quello che so è che i giocatori recentemente sorpresi per doping si sono sempre dichiarati non colpevoli ma sono stati comunque sospesi per molti mesi. A quanto pare Sinner capì immediatamente da dove proveniva (contaminazione da clostebol, ndr). Quello che trovo strano è che un fisioterapista suggerisca di usare una crema del genere quando sei il fisioterapista del numero 1 del mondo. Questa è la cosa più sorprendente per me. »

Pouille ritiene però che la lotta al doping funzioni bene, tanto che i giocatori vengono molto monitorati. Il nordista spiega di essere stato nuovamente testato domenica scorsa, al suo arrivo in Vandea, davanti allo sfidante di Mouilleron-Le-Captif. Ma quello che vorrebbe è che ci fosse più chiarezza nelle procedure e uniformità. “Quello che ha detto Novak (Djokovic) era giusto. Ci sono troppi organismi diversi, ed è per questo motivo che ha creato con Vasek Pospisil il PTPA, affinché ci sia un unico organismo che rappresenti tutti i tennisti e che giudichi tutti allo stesso modo. »

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