Come la metropoli di Lione ricrea un settore agricolo sul suo territorio

Come la metropoli di Lione ricrea un settore agricolo sul suo territorio
Come la metropoli di Lione ricrea un settore agricolo sul suo territorio
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Nel XIX secolo Lione era uno dei principali centri orticoli d’Europa, il che contribuì a creare la sua famosa gastronomia. Quindi la città occupò quasi tutto lo spazio. Dal 2020, la Metropoli cerca di rilanciare un settore agricolo, per “rilocalizzare” l’offerta alimentare del suo milione e mezzo di abitanti. Si affida a un’organizzazione unica, la CRBA, che ritrova le varietà locali dimenticate e cerca in tutto il mondo i semi che potrebbero adattarsi ai cambiamenti climatici.

A Lione il cambio di secolo è avvenuto il 27 novembre. Quel giorno, Bruno Bernard, presidente di Les Écologues (LE) de la Métropole, ha aperto la sessione plenaria con un omaggio a Gérard Collomb. Ha salutato il “costruttore” che fu il suo predecessore, appena scomparso. Poi, nella stessa seduta, ha presentato il progetto di riforma dello Schema di coesione territoriale (Scot) che ha l’obiettivo di “riequilibrare il territorio. »
Perché nell’ultimo decennio, il secondo dell’era Collomb, sono stati urbanizzati 900 ettari, di cui il 90% destinati a terreni agricoli. Oggi, la Metropoli vede in queste terre coltivate ancora intatte “sacche di spazi strategici per il domani” e non più “variabili di aggiustamento urbano”, stima Jérémy Camus, vicepresidente (LE) responsabile dell’Agricoltura e dell’alimentazione.

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