SENEGAL-MEDIA / Il CJRS dipinge un quadro desolante delle condizioni di lavoro dei giornalisti – Agenzia di stampa senegalese

SENEGAL-MEDIA / Il CJRS dipinge un quadro desolante delle condizioni di lavoro dei giornalisti – Agenzia di stampa senegalese
SENEGAL-MEDIA / Il CJRS dipinge un quadro desolante delle condizioni di lavoro dei giornalisti – Agenzia di stampa senegalese
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Dakar, 3 mag. (APS) – Contratto, retribuzione, contributi sociali, copertura sanitaria: la Convenzione dei Giovani Reporter del Senegal (CJRS) ha tracciato un quadro desolante delle condizioni di lavoro dei giornalisti in uno studio reso pubblico in occasione di Press Questo venerdì si celebra la Giornata della Libertà.

Più di 200 giovani professionisti hanno risposto al questionario sulla natura dei loro contratti, il livello della loro retribuzione, il rispetto dei contributi all’IPRES e alla Cassa di Previdenza Sociale, secondo lo studio di cui l’APS era a conoscenza.

”I più si accontentano del minimo: lo stipendio a fine mese. E anche lì è la croce e il vessillo per chi li ha. Molti svolgono il volontariato più triste, spesso costretti a dipendere dai sussidi immorali che alcuni organizzatori di attività danno loro indebitamente e che vengono pomposamente chiamati diaria”, si legge nel rapporto.

Su 216 operatori dei media intervistati, il 23,1% dichiara di avere un contratto a tempo indeterminato (CDI) contro il 22,2% con contratto a tempo determinato), ovvero un totale del 45,3%. Il 17,1% ha dichiarato di avere contratti di servizio rispetto all’11,1% dei tirocinanti. Il 26,4% non ha alcun legame contrattuale con il proprio datore di lavoro, precisa lo studio.

”Dallo studio emerge anche che tra coloro che affermano di avere dei contratti, ce ne sono alcuni che non ne hanno copia. Delle 183 persone che hanno risposto alla domanda, solo il 33% dichiara di avere una copia del proprio contratto di lavoro, rispetto al 61,7% che non la possiede. Gli altri non hanno risposta”, si legge nel rapporto.

Dall’indagine è emerso che il 31,5% dei lavoratori che hanno risposto al questionario non ha uno stipendio. Il 68,5% beneficia di una retribuzione.

Secondo lo studio, “sono pochissime le aziende che rispettano le tariffe previste dal Contratto collettivo”, mentre “è la croce e lo striscione in molti organi di stampa” a ricevere lo stipendio.

I risultati del sondaggio mostrano che il 18,5% degli intervistati ha un salario inferiore a 75’000 franchi; 14,8% tra 75.000 e 100.000 franchi; 14.8 tra 100.000 e 150.000 franchi; 10,2% tra 150.000 e 200.000 FCFA.

I lavoratori con uno stipendio superiore a 300.000 franchi sono stimati al 7,9%, mentre quelli che non rientrano in nessuna di queste categorie si aggirano intorno al 20,4%.

Secondo lo studio, ”la maggior parte delle persone che hanno partecipato all’indagine sono giornalisti, oltre il 77%; Il 9,3% ha dichiarato di essere caporedattore.

Sulla regolarità del pagamento dello stipendio, il 54,2% del campione risponde di essere pagato oltre l’8 del mese. Circa il 45% riceve prima di tale termine in conformità con la legislazione.

Lo studio rileva che il 77,7% degli intervistati dichiara di non avere la busta paga rispetto al 22,3%.

Nota che nelle testate giornalistiche “gli obblighi sociali sono più simili a un lusso oltre la portata della maggior parte dei giornalisti”.

Delle 215 persone intervistate, ”l’86% dichiara di non essere assistito dalla propria azienda quando è malato” e di non avere il numero Ipres.

Il CJRS sottolinea che i professionisti dei media, ”mal pagati, privati ​​di ogni copertura previdenziale, sono tra quelli che lavorano di più e quelli meno tutelati”.

Dall’indagine emerge che solo il 34% circa lavora 8 ore al giorno; 30,7% tra le 8 e le 10; Il 34,4% più di 10 ore di lavoro al giorno.

A livello sindacale lo studio dimostra anche che “il diritto di organizzarsi è un vero lusso nell’ambiente della stampa”.

Infatti, solo il 14,9% afferma di essere affiliato a SYNPICS, che è la principale organizzazione che difende i giornalisti. Il 23,3% ha invece risposto che esiste una sezione SYNPICS nelle proprie redazioni.

Per correggere questo quadro, la CJRS raccomanda, tra l’altro, di “garantire l’efficacia delle regole previste dal Codice della stampa per qualsiasi azienda del settore” e di esigere trasparenza nella governance delle società di stampa.

Richiede la creazione di un ambiente favorevole allo sviluppo dei media; l’istituzione di una tassazione adattata e ridotta per il settore della stampa; l’incremento delle visite ispettive dell’Ispettorato del Lavoro e del controllo sociale nelle aziende di stampa.

La CJRS chiede “semplicemente di chiudere le imprese che non rispettano un minimo di condizioni richieste dalla legislazione vigente, nonostante il sostegno dello Stato” e di “porre fine alla concorrenza sleale tra pseudo imprese che non hanno alcun obbligo di e altri che si sforzano di rispettare le leggi, nonché le regole di etica e condotta professionale.

Il CJRS, creato 20 anni fa, si presenta come un’associazione senza scopo di lucro gestita da un Ufficio Esecutivo Nazionale sotto la supervisione del Comitato Direttivo ed è rappresentata all’interno del Paese da cellule zonali (Nord, Sud, Est, Ovest e Centro).

Il suo obiettivo principale è “rafforzare le capacità dei giornalisti su tutto il territorio, attraverso corsi di formazione continua e borse di studio” che offre ai suoi membri.

OID/ASG

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