Perché investire nel risparmio green? – 23/05/2024 alle 08:30

Perché investire nel risparmio green? – 23/05/2024 alle 08:30
Perché investire nel risparmio green? – 23/05/2024 alle 08:30
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Sempre più risparmiatori vogliono dare un senso ai propri investimenti investendo a beneficio della transizione ecologica ed energetica. Il risparmio ecologico è in aumento, ma come orientarsi tra i numerosi prodotti offerti?

Perché investire nel risparmio verde?-iStock-Fasai Budkaew

Investimenti socialmente responsabili (SRI) e finanza verde

Sapevate che l’impronta di carbonio derivante dai risparmi legati ai combustibili fossili pesa quanto l’impronta di carbonio complessiva di ogni francese, stimata in 10 tonnellate di CO2 per cittadino? Quindi, un classico investimento di 5.000 euro non focalizzato sul risparmio green inquinerebbe tanto quanto un’auto! Consapevoli di questa osservazione, molti risparmiatori scelgono di orientarsi verso banche “verdi” che offrono finanza responsabile, il cui principio è investire in aziende che lavorano per lo sviluppo sostenibile. L’investimento socialmente responsabile (SRI) ha tre componenti, che costituiscono i criteri ESG (Environmental, Social and Corporate Governance). L’approccio SRI più diffuso si basa sui fondi “Best in class” (investimento in aziende con le migliori pratiche ESG in ciascun settore di attività). Esistono poi fondi di esclusione (rifiuto di settori considerati pericolosi a livello ambientale o sociale, come il nucleare, gli armamenti, il tabacco, ecc.) e fondi tematici (investimenti in aziende o settori legati allo sviluppo sostenibile, come acqua, sanità, energie rinnovabili, ecc.). Accanto all’SRI, la finanza verde si concentra sul risparmio a favore della transizione energetica ed ecologica e dà priorità agli investimenti focalizzati sull’aspetto ambientale dei criteri ESG. Comprende diverse categorie di investimenti, i principali sono i fondi verdi (low carbon, energie rinnovabili, ecc.) e i green bond.

Quali prodotti dovresti scegliere?

Per chi ha risparmi limitati, il LEP (Conto di risparmio popolare) è un’opzione interessante. Abbastanza redditizio (5% dal 1° febbraio 2024), è accessibile alle famiglie il cui reddito fiscale non supera un determinato tetto e rientra in un approccio solidale. In generale, andrebbero evitate le banche tradizionali, che lavorano in modo chiuso e con fondi propri. Gli strumenti guidano il risparmiatore verso investimenti redditizi e virtuosi. Un fondo permette quindi di selezionare le 300 aziende globali più grandi e virtuose tra 1.600 quotate. Questo risparmio specifico (in particolare attraverso contratti di assicurazione sulla vita) permette di investire il proprio denaro in diversi ambiti come boschi, acqua, salute, energie alternative, solidarietà, ecc. Altra alternativa, quella della “pietra di carta”: il risparmiatore adotta un approccio virtuoso investendo in quote di immobili tramite SCPI (Real Estate Investment Companies) o SCI (Real Estate Investment Companies). Il crowdfunding, opzione altrettanto interessante, permette di investire i propri risparmi in aziende con progetti concreti, a volte locali (recupero dei rifiuti, sviluppo delle energie rinnovabili, ecc.). Per i giovani sotto i 21 anni, dal 1 luglio banche e assicurazioni offriranno un nuovo piano di risparmio green: il PEAC (Future Climate Savings Plan). Disponibile fino al compimento dei 30 anni del sottoscrittore, finanzierà progetti legati alla transizione ecologica ed energetica. Il suo massimale è fissato a 22.950 euro. Qualunque opzione scegliate, dovreste soprattutto prendervi il tempo per saperne di più o anche chiedere il supporto di un consulente di gestione indipendente. Nonostante la sua crescita, l’ISR continua a soffrire di specifiche non sufficientemente rigorose e della mancanza di controlli indipendenti. In questo mercato nebuloso, il risparmiatore può tuttavia lasciarsi guidare da due etichette affidabili: Finansol per gli investimenti sociali e solidali, e Greenfin per il risparmio legato alla transizione ecologica.

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