Juliette Gelin, campionessa francese con il Levallois Paris Saint-Cloud: “Non so come facciamo a restare in piedi”

Juliette Gelin, campionessa francese con il Levallois Paris Saint-Cloud: “Non so come facciamo a restare in piedi”
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Juliette Gelin, libero dei Mariannes 92: “Non me lo aspettavo, ma ho firmato per il Parigi perché mi piacevano le ambizioni dell’allenatore. All’inizio della stagione, ovviamente, vuoi vincere tutto ed essere campione di Francia, ma farlo è diverso, abbiamo faticato tanto in questa stagione! Abbiamo giocato 43 partite, non so come siamo ancora in piedi. È stato questo staff che ci ha accompagnato per tutta la stagione, siamo rimasti uniti, non c’era nessuna guerra di ego, solo professionalità e passione. Questa è la prima volta che lo provo. Sabato festeggeremo a Levallois, ma prima usciremo! »

Alessandro Orefice, allenatore dei Mariannes 92: “La finale è una gara a parte e con questa formula sapevamo che il 3-0 casalingo non serviva a nulla. Vinci qui (A Nantes), davanti a questo pubblico, è incredibile. Siamo campioni di Francia, potrò riposarmi quattro giorni. La nostra mentalità è quella di non arrendersi, di restare uniti nei momenti difficili. Abbiamo mostrato il nostro carattere e la nostra faccia. Il Nantes era la squadra da battere, ma nulla è impossibile. Purtroppo questo gruppo non resta, abbiamo costruito qualcosa di importante in due anni, a livello tecnico ed emotivo, e visto che abbiamo lavorato bene i giocatori partono per campionati più importanti. Sarà una squadra diversa, adesso abbiamo la pressione! »

Amélie Rotar, attaccante ricevente del Neptunes de Nantes:(in lacrime) È l’emozione che si placa, capiamo che è finita. Molto deluso di non portare a casa un secondo trofeo, ma anche molto triste di lasciare questa squadra e questo pubblico. Il Paris ha giocato molto bene, non siamo riusciti a finalizzare il secondo set, questo avrebbe potuto cambiare qualcosa. Abbiamo la nostra parte di responsabilità. »

Amandine Giardino, libero e capitano del Nantes: “Abbiamo fatto una stagione storica, avevamo le carte in mano giocando in casa, ma non l’abbiamo fatto. La cosa difficile è che c’era speranza, a differenza della prima partita (perso 3-0 martedì a Levallois). Abbiamo trovato la nostra squadra, giocavamo, avevamo le nostre energie, eravamo aggressivi e cominciavamo a sbagliare per mancanza di lucidità. Non lo spiego. Diamo loro speranza, e 23 ovunque (nel secondo set), non c’è più il volley, è una pallina che colpisce la rete, una difesa in più… La dinamica era dalla loro parte. »

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