“Un giorno ragazza”, “Come un lunedì”, “Il mio peggior nemico”…. film d’autore da vedere l’8 maggio

“Un giorno ragazza”, “Come un lunedì”, “Il mio peggior nemico”…. film d’autore da vedere l’8 maggio
“Un giorno ragazza”, “Come un lunedì”, “Il mio peggior nemico”…. film d’autore da vedere l’8 maggio
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Ecco la nostra selezione di recensioni di film d’autore per la settimana dell’8 maggio.

Un film storico francese, un documentario iraniano e un infernale loop temporale giapponese… Fate la vostra scelta.

“Un giorno da ragazza” di Jean-Claude Monod (4/5)

Con Marie Toscan, Iris Bry…

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Ciò accadde sotto Luigi XV, nel 1746. Anne Grandjean, 14 anni, divenne Jean-Baptiste su buon consiglio del suo confessore. Questo perché la giovane è più eccitata dalle donne che dagli uomini. E Jean-Baptiste sposò, all’età di 29 anni, una giovane donna con la quale si trasferì lontano dalla loro città natale. L’asso! Lo riconosciamo.

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La denuncia darà origine a un processo clamoroso e a questa storia autentica, a un primo lungometraggio sorprendente per il suo senso narrativo e la sua economia di mezzi. Nonostante un budget infinitesimale, l’epoca è mirabilmente restaurata e il film è servito da spade: Thibault de Montalembert, André Marcon, Isild Le Besco, François Berléand… e LA rivelazione: Marie Toscan, sorprendente nella sua fragilità quanto nella sua determinazione. Christophe Carriere

“Come un lunedì” di Ryo Takebayashi (3/5)

Con Makita Sports, Wan Marui

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Immagina “Un Giorno Senza Fine” nel tuo Open Space. Questo è il punto di partenza di questo sbarazzino fantasy giapponese che, senza rinnovare il genere time loop, ne regala una versione da ufficio piuttosto deliziosa. Certo, il pubblico occidentale può irritarsi di fronte ad alcuni elementi tipicamente giapponesi come il culto della gerarchia e il sonno sul posto di lavoro, ma non c’è dubbio che ci sia materiale per un potenziale remake, come sa fare Michel Hazanavicius con “Cut”. E se ti piace “Like a Monday”, dai un’occhiata a “Beyond the Infinite Two Minutes”, più al verde ma anche più folle. Yannick Vely

“Il mio peggior nemico” di Mehran Tamadon (3/5)

Tra l’esperienza di Milgram e “The Act of Killing” di Joshua Oppenheimer, questo documentario iraniano sperimentale segue il progetto masochista del regista Mehran Tamadon, esiliato in Francia. Quest’ultimo chiede a tre connazionali che hanno subito interrogatori ideologici in Iran di “giocare a” torturatori per mostrare ai carnefici cosa fanno alle vittime. Il gioco di ruolo è inquietante: l’attrice Zar Amir Ebrahimi (“Le notti di Mashhad”) mette addirittura apertamente in dubbio la fondatezza di un’azione del genere. Yannick Vely

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