RTS in lutto: è morto il giornalista Silvio Dolzan

RTS in lutto: è morto il giornalista Silvio Dolzan
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La bella voce di Silvio Dolzan tacque

Stéphane Gabioud

Pubblicato: 14.06.2024, 16:31 Aggiornato 7 ore fa

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Entrato a Radio Romande nel 1995, dopo aver iniziato la sua carriera nella stampa scritta, il giornalista Silvio Dolzan è morto nella notte tra mercoledì e giovedì all’età di 65 anni. È stato in particolare presentatore di «12h30» e corrispondente al Palazzo Federale. Appassionato di scienza, nel 2007 entra a far parte del team del nuovissimo programma scientifico quotidiano “Impatience”, che succederà a “CQFD”, dove ha lavorato per undici anni, fino al suo pensionamento un anno fa.

Mio caro Silvio,

Era diventato il nostro rito, in squadra. Stavamo ancora aspettando il tuo segnale. E arrivava inevitabilmente, ogni giorno, alle 11,42 in punto. Ti alzavi dalla sedia e gridavi: “Si mangia?!” Allora ci alzammo tutti all’unisono e scendemmo i tre piani che ci separavano dalla mensa della radio. Ci ridevamo spesso sopra! “11:42? Al “CQFD” mangiamo agli stessi orari di un EMS!”

Una volta al tavolo, hai preteso che non si parlasse mai di lavoro. Quindi stavamo rifacendo il mondo e ci piaceva ascoltarti. Ci hai raccontato i tuoi ricordi di essere un vecchio giornalista. I tuoi esordi nel tuo Chablais natale. I tuoi anni da corrispondente al Palazzo Federale. E anche la tua passione per l’hockey, per l’aviazione. E il tuo orgoglio nel vedere tuo figlio crescere e trovare la sua strada. Quando siamo tornati un po’ troppo in fretta dalla pausa pranzo, tu sei rimasto volentieri un po’ più a lungo al bar. Poi sei andato a sederti al tavolo con gli altri colleghi. Quello di Giovanni il custode. Quella dei giornalisti sportivi per dibattere un po’ di più sull’hockey.

E quando tornavi al lavoro, era per preparare una nuova materia scientifica. Per prima cosa annota le idee sul tuo blocco note, poi trasponile sul computer. Come raccontare per farsi capire? La ricerca della parola giusta. Immagine che aiuterà l’ascoltatore. Le tue tele? Mai un errore di ortografia. I tuoi anni nella carta stampata senza dubbio. Il tuo stile? Semplice, accessibile, chiaro. E, una volta al microfono, la vostra presenza ha fatto il resto. Racconta, ascolta, rimbalza, dì qualcosa per ridere. E la tua voce. Questa voce che avrà lasciato così tanto segno nelle nostre onde radio. Quante volte colleghi di altri programmi vi hanno chiesto di doppiare i loro servizi in francese? O essere la voce dei jingle dei loro spettacoli? Eravamo orgogliosi di “CQFD” di avere “la voce” tra le nostre fila.

D’ora in poi questa voce non risuonerà più. In ogni caso non è più tra noi, quaggiù. Ma chissà che non sia andata a fare il viaggio tra le stelle, di cui tanto amavi parlare alla radio?

Mio caro Silvio, ti auguro buon viaggio. E se una volta vi imbattete in Albert, Marie o Isaac e trovano una formula scientifica per riportarvi qui per un po’, sappiate che a tavola ci sarà sempre un posto. Alle 11:42 o all’ora che preferisci.

Stefano

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