Epilessia grave nei bambini: i ricercatori Riviera stanno sviluppando un algoritmo per prevenire le convulsioni

Epilessia grave nei bambini: i ricercatori Riviera stanno sviluppando un algoritmo per prevenire le convulsioni
Epilessia grave nei bambini: i ricercatori Riviera stanno sviluppando un algoritmo per prevenire le convulsioni
-

Prevedere il verificarsi di crisi epilettiche, per essere in grado di prevenirle e quindi prevenire (o almeno limitare) il loro impatto sul cervello. Il team di Massimo Mantegazza, direttore della ricerca Inserm dell’Impc di Sophia Antipolis, ha sviluppato un metodo che potrebbe rivoluzionare la cura dei pazienti affetti da epilessia, a cominciare da quelli affetti dalla sindrome di Dravet. (leggi il riquadro) (1). Gli scienziati della Costa d’Avorio studiano da anni questa grave epilessia infantile, di origine genetica e resistente a tutti i trattamenti. “Se non comprendiamo ancora appieno i legami tra crisi convulsive e comparsa di disturbi cognitivi e comportamentali nei bambini affetti da questa sindrome, possiamo sperare che, prevenendo l’insorgenza di crisi convulsive, potremmo, almeno parzialmente, limitare la comparsa di questi disturbi.”

Modello animale

Una strada sulla quale è stato possibile andare avanti solo dopo essere riusciti a decifrare i meccanismi all’origine delle crisi. Ed è quello che sono riusciti a fare i ricercatori di Sophia Antipolis, dopo aver progettato modelli murini che presentavano la stessa mutazione (a livello di un canale del sodio) descritta nei pazienti giovani. “Abbiamo registrato negli animali, prima e durante le crisi epilettiche, l’attività dei cosiddetti neuroni GABAergici, che svolgono un ruolo essenziale nel controllare il livello di eccitabilità delle reti neuronali, sapendo che la mutazione genetica altera questa attività. Abbiamo poi osservato che durante le crisi epilettiche attacco epilettico, questi neuroni erano molto attivi. Un esperimento controintuitivo: i ricercatori si aspettavano infatti un risultato completamente opposto. In realtà, ed è quello che scopriranno, tutto si gioca nel periodo precedente la crisi.

Un algoritmo di previsione

“Le registrazioni mostrano che appena prima che ciò accada, l’attività dei neuroni GABAergici diventa irregolare.” Questa disfunzione si riflette a livello dell’EEG (elettroencefalogramma utilizzato per misurare l’attività elettrica del cervello) da anomalie singolari e molto specifiche, che i ricercatori troveranno nei giovani pazienti affetti dalla sindrome di Dravet. (2).

Questa scoperta ha portato allo sviluppo, in collaborazione con il team di Marco Lorenzi dell’INRIA (Istituto Nazionale di Ricerca in Scienze e Tecnologie Digitali), di un algoritmo di previsione della crisi.

Questo lavoro apre anche nuove strade terapeutiche. “Se le crisi epilettiche associate alla sindrome di Dravet sono resistenti ai trattamenti farmacologici, può essere perché non stiamo prendendo di mira la ‘finestra’ giusta o non utilizziamo il metodo giusto. Possiamo quindi pensare ad una tecnica per stimolare i neuroni GABAergici, nel finestra che abbiamo individuato, cioè poco prima della crisi (annunciata dal segnale EEG, possiamo sperare di prevenire il verificarsi dell’attacco).

Sebbene questa tecnica sia facile da implementare negli animali, non è ancora fattibile per l’uomo.

Resta il fatto che questa strada rappresenta una speranza significativa per i pazienti affetti dalla sindrome di Dravet ma anche da altri tipi simili di epilessia.

1. Questo lavoro è stato pubblicato il 29 maggio sull’eccellente rivista scientifica PNAS.

2. Questo risultato è stato ottenuto grazie ad una collaborazione con PR Rima Nabbout, neurologa pediatrica dell’ospedale Necker e capo del Centro di riferimento per l’epilessia rara.

Epilessia rara

La sindrome di Dravet esordisce intorno ai 6 mesi di età con crisi convulsive molto frequenti, soprattutto durante la notte (fino a 4-5 crisi). Nei pazienti giovani sono descritti anche disturbi cognitivi, motori e tratti autistici.

-

PREV Troppo eczema? Potrebbe essere a causa del sale che consumi
NEXT Aumentano i casi di pertosse: la Savoia, il dipartimento più colpito dell’Alvernia-Rodano-Alpi