Attenzione dopo il rally di inizio anno

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Tassi più bassi, produttività elevata generata dall’intelligenza artificiale: gli scenari adottati dal mercato lasciano un po’ scettico Thomas Friedberger di Tikehau Capital.

La Federal Reserve americana ha, per il momento, lasciato invariati i tassi di riferimento. Ha mantenuto l’obiettivo del tasso dei fondi federali al 5,25%-5,50%. La Banca Centrale Europea ha deciso di abbassare i tassi. Due contesti, due decisioni divergenti: quale impatto sui mercati? Analisi di Thomas Friedberger, amministratore delegato e co-chief investment officer di Tikehau Capital.

La Fed non ha ancora modificato i suoi tassi di riferimento. Cosa ne pensi?

La Fed si sta comportando in linea con ciò che diciamo da diversi mesi: probabilmente abbasserà i tassi nei prossimi mesi, ma non ai livelli previsti dal mercato qualche settimana fa. Ci sono ottime ragioni per questo: gli Stati Uniti stanno attraversando pressioni inflazionistiche strutturali difficili da superare, a causa della deglobalizzazione, della delocalizzazione della produzione industriale verso i paesi sviluppati e del cambiamento del mix energetico dovuto al minore accesso all’energia del gas russo. Le spese di capex sono e rimarranno importanti per finanziare questa transizione e l’implementazione di una nuova infrastruttura genera aumenti di prezzo. In Cina, una valuta più forte rispetto ai decenni passati contribuisce a rafforzare le pressioni inflazionistiche. La Fed non può modificare il suo obiettivo di inflazione del 2% senza cambiare il suo giudizio. In questo contesto non sono necessariamente i tassi a breve ad essere troppo alti, bensì quelli a lungo termine che sembrano troppo bassi.

La Banca Centrale Europea, da parte sua, ha avviato il declino. Per quello?

La Banca Centrale Europea ha scelto di abbassare i tassi prima della Fed perché la pressione inflazionistica in Europa è minore, anche se l’interruzione dell’accesso al gas russo costringe l’Europa ad una costosa transizione del mix energetico. Anche la BCE sta cercando di rilanciare la crescita – un problema che negli USA non si è ancora posto – e sicuramente abbasserà ulteriormente il tasso di riferimento di alcuni punti base entro la fine dell’anno. Anche in questo caso probabilmente sono i tassi a lungo termine ad essere troppo bassi.

“Il prosciugamento della liquidità non colpisce ancora i mercati quotati”.

Che pericolo comportano i tassi a lungo termine troppo bassi?

La crisi di liquidità colpisce soprattutto il settore immobiliare e gli asset più rischiosi come il capitale di rischio. D’altro canto, il prosciugamento della liquidità non tocca ancora i mercati quotati. La traiettoria del deficit statunitense è preoccupante e se i tassi aumentassero nuovamente, le attuali valutazioni del mercato azionario sarebbero considerate troppo elevate. Tutto va bene finché i risultati delle aziende rimangono buoni, ma se la loro crescita non è all’altezza, dovremmo assistere ad una correzione del mercato che colpirebbe soprattutto le aziende in crescita. Finora non è stato così perché il mercato crede fermamente che l’intelligenza artificiale cambierà il paradigma e quindi salverà le valutazioni.

A questo proposito, cosa pensa delle aspettative di incremento della produttività generate dall’AI?

L’intelligenza artificiale porterà senza dubbio ad aumenti di produttività, ma ciò non avverrà nell’immediato e sarà preceduto da una fase di massicce spese per investimenti. Tra Google, Meta, Apple, Microsoft e NIVIDIA si parla per quest’anno di un investimento di circa 200 miliardi di dollari. Poiché l’allocazione del capitale non è sempre ottimizzata, rischiamo di assistere ad una certa distruzione di valore prima di osservare guadagni di produttività. Insomma, è ancora molto difficile individuare i vincitori.

Quali sono i segnali da osservare?

Il rapporto principale è il “rendimento del capitale investito” (ROCE). Riflette la qualità dell’allocazione del capitale e dei flussi di cassa. Ad esso prestiamo la massima attenzione.

Cosa aspettarsi dopo il rally di inizio anno?

Devi stare attento. Le valutazioni sono molto alte e il mercato crede in due scenari che a volte mi lasciano scettico: i tassi scenderanno e l’intelligenza artificiale salverà il mondo.

Che impatto possono avere le elezioni europee sui mercati finanziari (compreso lo scioglimento della Camera dei Deputati in Francia)?

Tutto dipenderà dalla traiettoria di bilancio della Francia dopo le elezioni. La politica modificherà la stabilità dei fattori che rendono attrattiva la Francia? L’attrattiva dell’Europa (quella della Francia in particolare) come terra di investimenti per i grandi beneficiari globali sarà compromessa dai nuovi equilibri politici? Impossibile dirlo ancora.

La transizione energetica continua a trainare i mercati?

Sì, ci sono molte opportunità nelle aziende che forniscono soluzioni all’interno dei sistemi esistenti in termini di efficienza energetica negli edifici, nei trasporti, nell’industria e nell’agricoltura. Si tratta soprattutto di aziende europee. Sono su traiettorie di crescita significative. Si tratta di aziende a bassa tecnologia (non stiamo facendo scommesse tecnologiche) e hanno un impatto davvero positivo sulla transizione.

L’ESG sembra aver perso la sua attrattiva, cos’è veramente?

Non mi piace molto la moda. I criteri ESG rimangono al centro di tutte le nostre decisioni di investimento, documentati tanto quanto la performance finanziaria. Siamo convinti che le questioni extrafinanziarie rafforzino la performance finanziaria.

Quali asset preferisci in termini di allocazione?

Vediamo ottime opportunità nel private equity legato alla transizione energetica, alla sicurezza informatica e nei titoli quotati legati al tema della sovranità europea. È interessante anche fornire liquidità nei segmenti del mercato creditizio in cui questa manca: ad esempio finanziamenti immobiliari o finanziamenti per acquisizioni. Nel settore immobiliare, vediamo ancora una volta opportunità in beni commerciali molto scontati in tutto il mondo.

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