Guerra a Gaza: Israele respinge la proposta di cessate il fuoco di Hamas

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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che il suo Paese “non può accettare” la richiesta di Hamas che l’accordo di tregua ponga fine all’offensiva israeliana nell’enclave palestinese.

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Rappresentanti di Hamas, del Qatar, degli egiziani e degli americani si sono incontrati al Cairo per discutere i contorni di una nuova tregua. Il movimento palestinese chiede la fine immediata dell’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, determinato a lanciare un attacco alla città di Rafah, situata nell’estremo sud dell’enclave palestinese, ha dichiarato:

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Israele non può accettare la richiesta di Hamas.Non siamo disposti ad accettare una situazione in cui i battaglioni di Hamas escono dal loro nascondiglio, riprendono il controllo di Gaza, ricostruiscono le loro infrastrutture militari e riprendono a minacciare i cittadini di Israele nelle comunità circostanti, nelle città del sud, in tutte le parti del paese. In questo caso, il prossimo 7 ottobre è solo questione di tempo.” Ha aggiunto.

Domenica il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha accusato Israele di sabotare gli sforzi di mediazione per una tregua a Gaza insieme al rilascio degli ostaggi detenuti nell’enclave palestinese.

Ismail Haniyeh ha detto in una dichiarazione che il primo ministro israeliano voleva “inventando continue giustificazioni per la continuazione dell’aggressione, l’estensione del conflitto e il sabotaggio degli sforzi compiuti dai vari mediatori e parti.

L’offerta dei mediatori, presentata ad Hamas alla fine di aprile, prevede una tregua temporanea associata al rilascio dei prigionieri palestinesi detenuti da Israele in cambio di quello degli ostaggi rapiti durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre, che ha scatenato la guerra.

Ma poche ore prima della ripresa dei negoziati domenica al Cairo, un funzionario di Hamas ha affermato che il suo movimento non accetterebbe “in nessun caso un accordo che non preveda esplicitamente la fine della guerra”.

La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è molto preoccupante, colpita da un’estrema carenza di acqua, cibo, medicine e altri beni di prima necessità. Secondo l’ONU, il nord dell’enclave palestinese è immerso in una carestia, che rischia di diventare generalizzata.

Il Ministero della Sanità di Hamas ha riferito domenica che nella Striscia di Gaza il bilancio delle vittime è di 34.683 persone dall’inizio della guerra tra Israele e il movimento islamico palestinese il 7 ottobre.

Sono stati registrati almeno 29 morti aggiuntivi in ​​24 ore, secondo un comunicato stampa del ministero che riporta 78.018 feriti in quasi sette mesi di guerra.

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