In Belgio, prima di questa recente modifica legislativa, era già possibile revocare il diritto di voto a una persona posta sotto tutela. Si tratta di un potere a disposizione del giudice di pace. Per aiutare il giudice di pace, la legge prevede una lista di controllo sulla quale egli deve pronunciarsi. Ma la questione del diritto di voto non figurava in questa lista.
Mentre alcuni giudici di pace si sono pronunciati sull’esercizio dei diritti politici e altri no, il ministro della Giustizia Paul van Tigchelt (Open VLD) e il ministro degli Interni Annelies Verlinden (CD&V) hanno deciso, “per motivi di coerenza e parità di trattamento”, per aggiungere una quindicesima casella alla lista di controllo. Il giudice di pace deve ora valutare sistematicamente se la persona posta sotto tutela è ancora in grado di esercitare i suoi diritti politici. Ed è questo che non funziona. Perché i giudici di pace tendono a spuntare tutte le caselle, secondo l’Unia, il Centro per le pari opportunità.
Il ministro federale responsabile dei disabili, Karine Lalieux (PS), ammette l’esistenza di un problema, anche se è troppo tardi per “riparare il guasto”.
