L’incredibile fiasco del molo americano a Gaza

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Il molo americano costruito per facilitare la consegna di aiuti esteri alla Striscia di Gaza, 16 maggio 2024. AP

LIl crollo della credibilità americana in Medio Oriente non ha precedenti in questo nono mese della guerra di Gaza. Non solo gli Stati Uniti non si stanno mobilitando per la soluzione dei due Stati che dovrebbero invocare, ma non sono nemmeno riusciti a ottenere un cessate il fuoco duraturo, nonostante l’impegno dello staff del presidente Joe Biden e gli otto tournée nel paese. regione guidata invano dal capo della diplomazia americana, Antony Blinken.

Washington non è riuscita nemmeno a convincere Israele a far entrare a Gaza aiuti umanitari sufficienti ad alleviare le sofferenze della popolazione locale. E il molo costruito dall’esercito americano sulla costa di Gaza si sta rivelando un clamoroso fiasco in termini di assistenza ai civili più vulnerabili.

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Un pontile da 300 milioni di euro

Joe Biden, però, ha scelto l’occasione solenne del suo discorso sullo stato dell’Unione del 7 marzo per lanciare questa iniziativa: “Ho ordinato alle forze armate statunitensi di condurre una missione di emergenza per costruire un molo temporaneo nel Mediterraneo che possa ricevere quantità significative di cibo, acqua, medicine e ripari temporanei. » Pur promettendolo“nessun soldato americano sarà impegnato a terra”il presidente si impegna a garantire a “aumento massiccio degli aiuti umanitari consegnati a Gaza ogni giorno”. Gli specialisti del caso, anche all’interno dell’amministrazione Biden, sollevano immediatamente seri dubbi sulla fattibilità del progetto. Quanto alle organizzazioni umanitarie, sottolineano che solo lo sblocco dell’accesso terrestre a Gaza da parte di Israele può fermare la diffusione della fame e delle epidemie in una popolazione letteralmente senza fiato.

La Casa Bianca prigioniera di una visione ristretta antiterrorismo » del conflitto di Gaza, è tuttavia convinto di aver trovato la formula ideale per aggirare i dettami dell’esercito israeliano, che conserverà così la sua totale libertà di manovra nella lotta contro Hamas, mentre gli aiuti verranno trasportati via mare da Cipro. Il costo esorbitante di tutto ciò “molo temporaneo”dell’ordine di 300 milioni di euro, costituisce anch’esso una continuazione delle operazioni “antiterrorismo” degli Stati Uniti in Afghanistan e Iraq, i cui componenti “civili” furono accompagnati da lucrosi contratti per le aziende americane, senza alcun beneficio per le popolazioni locali. Il processo di installazione di questo molo si è rivelato così macchinoso e complesso che ci sono voluti più di due mesi dopo l’annuncio presidenziale perché fosse finalmente operativo il 17 maggio. Tali ritardi sono semplicemente ingiustificabili di fronte all’urgenza della catastrofe umanitaria, aggravata dall’offensiva su Rafah lanciata il 6 maggio da Israele, nonostante la “linea rossa” tracciata su questo tema da Joe Biden.

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