Montpellier: il festival delle architetture vivaci festeggia la sua 18a edizione

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Di

Maceo Primot

pubblicato su

13 giugno 2024 alle 20:07

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Per questa nuova edizione, il vivace festival di architettura de Montpellier abbraccia l’attualità celebrando attraverso le sue opere il ritmo E olimpismo. 11 squadre sono state selezionate tra più di 80 candidature, il 61% provenienti da paesi esteri, affermando così la dimensione internazionale dei concorsi aperti ai giovani architetti. Quest’anno ci sono 6 squadre francesi e 5 internazionali, e i partecipanti sono interamente misti con 13 donne e 13 uomini.

Il Proscenio dei riflessi effimeri, una delle undici opere di questo FAV 2024 (©Maceo Primot)

Una nuova edizione a tema ritmico piena di varietà

In quest’anno olimpico 2024, il festival delle architetture vivide è più che mai dedicato all’esplorazione dei legami tra architettura e movimento, in una celebrazione dell’armonia tra corpo, performance e struttura. Sotto il tema del “ritmo”, il festival ci immerge in un dialogo dinamico tra arte, sport e disciplina architettonica, ispirandosi ai fondamenti filosofici dei Giochi Olimpici moderni istituiti da Pierre de Coubertin, che voleva estendere il pensiero dei filosofi greci secondo cui il corpo e lo spirito sono inseparabili.

Il festival propone quindi di esplorare la città, di prendersi il tempo per vederla sotto una nuova luce, attraverso un vero e proprio percorso urbano che permette di scoprire sia i luoghi emblematici che sono i cortili delle dimore private, sia le inaspettate creazioni di giovani team degli architetti. Il passato dialoga con il contemporaneo.

Ecco cosa offrono le undici opere:

  • Il primo, nominato “Solstizio”, si trova presso l’hotel Saint-Côme in 32 rue Jean Moulin ed è stato creato da Léa Bekhazi, Quentin Brion e Benjamin Maylin. Il loro obiettivo attraverso questo lavoro era spiegare come il ritmo della giornata sia intimamente legato alla luce solare, come quest’ultima regola e influenza la nostra vita. Questa installazione con la sua spaziatura del legno riflette questo ritmo naturale, invita alla contemplazione della progressione della luce e ci spinge a riflettere sul nostro rapporto con il passare del tempo.
Solstizio (©Maceo Primot)
  • Il secondo, nominato “Ancora correndo”, si trova presso l’Hôtel d’Hortolès in 15 rue des Trésoriers de la Bourse. Questa installazione realizzata da Clarisse Cheung invita lo spettatore a prendere parte al gioco di una spirale di velocità, l’architettura prende vita durante una corsa con nastri e cerchi di 18 colori diversi, permettendo ai visitatori di creare il proprio ritmo e le proprie misure.
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Naturalmente sempre
Naturalmente sempre (©Maceo Primot)
  • Il terzo, nominato “Preludio”, si trova presso l’Hôtel des Trésoriers de la Bourse, in 4 Rue des Trésoriers de la Bourse. Questa installazione realizzata da Jannis Schiefer, David Biegl, Lucia Neumann, Inês Abreu, Salvatore Bullara e Theresa Noeke è una scala circolare realizzata con materiali da cantiere, i cui gradini variano in distanza e altezza.
Preludio
Preludio (©Maceo Primot)
  • La quarta opera, intitolata “Il proscenio dei riflessi effimeri”, è stato creato da Alvaro Serrano e Jennyfher Figueroa, ha sede presso l’Hôtel de Lunas in 10 rue de la Valfère. Per gli ideatori si tratta di un manufatto che funge da quinta scenografica che trasforma il cortile in un palcoscenico dove il movimento è la performance stessa. Qui tutti gli elementi giocano un ruolo, il suono, il vento, la luce per creare un’interazione costante.
Il proscenio dei riflessi effimeri
Il proscenio dei riflessi effimeri (©Maceo Primot)
  • La quinta opera, intitolata “Rabarbaro”, si trova presso l’Hôtel d’Aurès ed è stato progettato da Simay Cag, Bilge Kobak e Peter Ayan. Quest’ultimo, realizzato in plastica riciclata, mescola architettura, sport, arte e consapevolezza ambientale e integra gli spettatori rendendoli attori. I visitatori creano movimento e accompagnamento sonoro con la loro azione.
rabarbaro
rabarbaro (©Maceo Primot)
  • Il sesto, nominato “Ai tuoi mattoni”, creato da Marine Manchon, si trova nell’ex facoltà di medicina, in 2 rue de l’Ecole de medicine. Questa installazione mira a celebrare il mattone in terracotta attraverso una creazione pensata come uno spazio abitativo interattivo e in evoluzione. Gli spettatori sono invitati a manipolare l’opera spostando i mattoni, creando il proprio ritmo e la propria forma.
Ai tuoi mattoni
Ai tuoi mattoni (©Maceo Primot)
  • La settima opera, denominata “Oscillazioni”, è stato creato da Vincent Bizot e Nicolas Boucher, si trova all’Hôtel de Rozet in 2 rue Saint-Pierre. Questa installazione mira a creare un’interazione fisica tra gli spettatori e l’opera per generare un numero infinito di combinazioni ritmiche e sonore. Il suono specifico di ciascuna forma d’onda si trova nell’espressione dei volumi.
Oscillazioni
Oscillazioni (©Maceo Primot)
  • L’ottavo, nominato “Fiamma Kirigami” si trova presso l’hotel Audessan in 9 rue de la Vieille Intendance ed è stato creato da Luis Sanxhez. Si tratta di un’installazione composta da pezzi dalla geometria complessa, organizzati attorno a un cerchio dove i visitatori possono entrare e stare su un podio circondato da fiamme pseudo-olimpiche, ricreando in qualche modo il movimento della fiamma.
Fiamma Kirigami
Fiamma Kirigami (©Maceo Primot)
  • La nona opera, intitolata “Deliri”, è stato creato da Lydia Amara, Elsa Colin e Marc El Samrani. Si trova presso l’Hôtel de Grave, in 5 rue de la Salle de l’Evêque. Attraverso questa installazione, questi artisti hanno voluto trattare il ritmo con l’immagine dell’onda, e il loro slogan è: “dovremmo lasciarci trasportare dall’onda o resistere al movimento”. Realizzati con le patatine fritte da bagno, i visitatori potranno camminare nel cuore dell’onda e saranno in grado di rendere questo spazio mutevole e instabile.
divagazioni
divagazioni (©Maceo Primot)
  • La decima opera (che non era accessibile durante la nostra visita), si intitola “L’anima specchio”, riposa presso l’hotel Sabatier d’Espeyran in 6 bis rue Montpelliéret, è stato progettato da Marie Albouy, Alexander Vic e Esther Lesnicki-Milgrom. In questa installazione è soprattutto lo spettatore a creare l’opera, perché la cornice riflettente inizia solo quando lo spettatore si avvicina ad essa.
  • L’ultima opera, che si trova all’Hôtel de la Petite Loge in 10 rue de la Petite Loge, è stata realizzata da Julien Blatteau e si intitola “Poliritma Colonna”. È un oggetto che offre un’esplorazione tra ritmo architettonico e ritmo musicale. L’installazione assume la forma di una colonna a più piani realizzata con ruote di bicicletta riciclate. Quando viene attivato, un groove quasi mistico risuona nel cortile dell’hotel (l’autore ha lavorato fianco a fianco con un percussionista).
Poliritma Colonna
Poliritma Colonna (©Maceo Primot)

Festival di un’architettura vibrante, da scoprire nelle strade dell’Écusson dall’11 al 16 giugno.

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