Apolline de Malherbe si difende dopo la sua criticata apparizione in “Quotidien”

Apolline de Malherbe si difende dopo la sua criticata apparizione in “Quotidien”
Apolline de Malherbe si difende dopo la sua criticata apparizione in “Quotidien”
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VIDEO – La giornalista di RMC, come David Pujadas, ha spiegato nel talk show di Yann Barthès perché non usa il termine “estrema destra” quando cita il Raggruppamento Nazionale (RN).

La loro apparizione a “Quotidien” ieri sera non ha lasciato indifferenti alcuni telespettatori. Interrogati sulla qualificazione dei partiti durante le elezioni legislative in Francia, i giornalisti David Pujadas e Apolline de Malherbe hanno dichiarato di non utilizzare più la qualificazione “estrema destra” per designare il Rally Nazionale (RN) durante le rispettive trasmissioni, “24 Heures Pujadas” e lo spettacolo mattutino RMC.

Un’ondata di indignazione si è poi diffusa sui social network. Molti dei critici provengono anche dalla professione. Salhia Brakhlia da - citare Albert Camus: “Dare un nome sbagliato alle cose significa aggiungere sfortuna al mondo”. “È sintomatico di una pratica del giornalismo che si accontenta di commenti e reazioni sul posto piuttosto che di un lavoro approfondito su storie e progetti di partito”scrive Abel Mestre, giornalista di Mondo.

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Invitato quella sera al talk show di TMC, anche il caporedattore del servizio politico di France Inter, Yaël Goosz, non era d’accordo con i suoi colleghi. “Mi affido al Consiglio di Stato, che ha posto la RN nell’estrema destra ma non la LFI nell’estrema sinistra”ha risposto a Yann Barthès.

Dovremmo, come giornalisti, limitarci a ripetere quello che dice il Viminale, con il timbro del Consiglio di Stato?

Apolline de Malherbe sul suo account X

È con questo argomento che Apolline de Malherbe, attraverso la sua tastiera, ha motivato la sua scelta editoriale. “Noi giornalisti dovremmo semplicemente ripetere quello che dice il Viminale, con il timbro del Consiglio di Stato? Siamo soddisfatti di ciò che dice il Ministero sul numero di manifestanti in una manifestazione? Cosa sarebbe o non sarebbe la “violenza della polizia”? E basta prendere quello che decide il ministero sul colore dei partiti? Oppure dovremmo noi stessi osservare i fatti, che non sono fissi e che muovono costantemente le linee?chiede in un post sul suo account X, questo sabato 29 giugno.

Lei continua: “Nelle ultime settimane la cronaca è stata dominata dal rifiuto degli stranieri, dagli insulti e dagli attentati omofobici, dalla tentazione del caos, dalla “linea di confine” del parlamentarismo, dalla negazione dell’antisemitismo solo “residuo”, (che non sarebbe altro che essere un “dettaglio”?)… Dovremmo parlare di “estrema destra”, di “estrema sinistra”, di “GLI estremi”? Dovremmo mettere tutti i funzionari eletti nella stessa borsa?.

Il giornalista riconosce che il dibattito “è complesso” più di “il periodo impone sia richieste che grande rispetto reciproco”. “Per questo ho preso l’abitudine di chiamare i partiti per nome”conclude Apolline de Malherbe.

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