Bolloré accelera con le batterie

Bolloré accelera con le batterie
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Secondo le informazioni rivelate ieri sera da “Les Echos”, il gruppo Bolloré prevede di costruire quella che viene definita una gigafactory, un progetto da oltre 2 miliardi di euro che prevede la creazione di 1.500 posti di lavoro.

Questa fabbrica non verrà aperta in Bretagna, patria di Vincent Bolloré, ma nell’Est della Francia.

Si tratta del quinto progetto nella Francia metropolitana, dopo quelli già avviati dal consorzio Stellantis-Mercedes-TotalEnergies, dalla Verkor di Grenoble, dalla taiwanese ProLogium e dalla cinese Envision.

Vincent Bolloré, di cui si parla molto per il suo ruolo nei media, è innanzitutto, spesso lo dimentichiamo, un industriale. Una società industriale la cui controllata Blue Solutions ha una competenza riconosciuta nei veicoli elettrici. Ricordatevi, a Parigi, dell’Autolib che ora ha un sapore un po’ vintage!

Per il progetto odierno verrebbe concluso un accordo di sovvenzione con lo Stato.

Questo progetto ha una particolarità.

SÌ. Diverse centinaia di persone lavorano nella sua casa con una batteria elettrica di nuova generazione, le cosiddette batterie allo stato solido, diverse dalle attuali batterie agli ioni di litio.

Si tratta della tecnologia al litio metallico, che promette un’autonomia decisamente maggiore rispetto a quella che conosciamo oggi.

Concretamente, la densità di queste batterie sarebbe dal 20 al 30% più alta di quella che conosciamo attualmente, e si ricaricherebbero in 20 minuti.

Notate che uso il condizionale: non siamo ancora arrivati, restano diversi problemi tecnici da superare e ci sono già state delusioni, anche a Bolloré.

Questo progetto è in ogni caso un segnale.

Un segnale che il crollo che le auto elettriche sembrano aver vissuto negli ultimi mesi non scoraggia affatto i produttori, che restano fiduciosi nel medio termine.

Il paradosso è che i leader politici mettono in dubbio l’obiettivo di vietare la vendita di nuovi veicoli termici in Europa a partire dal 2035, ma che i produttori (come Carlos Tavares) ripetono che qualsiasi procrastinazione sarebbe controproducente o addirittura fatale.

La settimana scorsa è arrivata una relazione della Corte dei conti europea, molto scettica, ma con dati in parte risalenti al 2021 – basti dire che non ha senso. In breve, proprio adesso si stanno verificando strani giochi di ruolo e attività di lobbying.

E dove siamo in Francia?

Come in altri paesi europei. Ad aprile, la quota di mercato dei veicoli 100% elettrici è scesa (al 15%) nelle vendite di veicoli nuovi.

I privati ​​(supportati dal leasing sociale statale) restano lì, ma purtroppo le aziende preferiscono ancora gli ibridi plug-in – che tuttavia sono un inganno in termini climatici.

Questo è il motivo per cui le fabbriche di batterie possono ancora equipaggiare anche gli ibridi: non si può mai essere abbastanza attenti.

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