Celine Dion: dovresti vedere il suo documentario anche se non sei un fan? – Notizie sul cinema

Celine Dion: dovresti vedere il suo documentario anche se non sei un fan? – Notizie sul cinema
Celine Dion: dovresti vedere il suo documentario anche se non sei un fan? – Notizie sul cinema
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Questo è il documentario dell’evento. Quello di cui tutti parlano. “Io sono: Céline Dion” segue l’artista mentre cerca di comprendere la sua malattia, la sindrome della persona rigida, che colpisce una persona su un milione. Disponibile su PrimeVideo.

Chi è veramente Céline Dion? Al di là di un destino raccontato più volte, di dischi a cascata e della sua voce vertiginosa, il film di Irene Taylor trova la risposta. Il regista – candidato all’Oscar per un documentario sulla poliomielite – ritrova la cantante, esiliata dalle luci del palcoscenico dopo la diagnosi di sindrome della persona rigida.

No, non è necessario essere fan della musica di Celine Dion per trovare interesse in quest’opera. Sebbene la carriera e la personalità dell’artista giochino un ruolo importante, il documentario mette in luce i sintomi e le conseguenze di una malattia rara.

Prima di Celine Dion, poche persone conoscevano la sindrome della persona rigida (RPS). Colpisce una persona su un milione, soprattutto donne. Descritto come un disturbo neurologico, provoca la contrazione di tutti i muscoli del corpo sotto forma di convulsioni.

Comprendere la sindrome della persona rigida

Nel caso dell’artista, questa malattia comprime le corde vocali e la laringe, impedendogli semplicemente di cantare e di muoversi. Io sono: Celine Dion non è un documento medico o scientifico. Rende popolare, attraverso l’esperienza dell’esecutore, questa malattia incurabile.

Davanti al film una cosa diventa evidente: poche superstar hanno dimostrato di trovarsi in tanta difficoltà davanti alla telecamera. La cantante appare cruda e, attraverso una sequenza brutale, concretizza gli effetti diretti della sua malattia.

Alla fine del documentario, Celine Dion ha un attacco, circondata dall’intera troupe cinematografica. Tutto il suo corpo si irrigidisce, il suo volto terrorizzato si paralizza e le sue urla sono udibili solo dall’interno. Non è in grado di parlare o muoversi.

Migliorimmagine

Celine Dion alla première del film a New York.

Se l’equipe medica lavora per aiutarlo, lo shock c’è. Per loro, come per gli spettatori. Questa scena, che dura dai cinque agli otto minuti, da sola giustifica il meccanismo di questo documentario, il cui obiettivo primario resta quello di sensibilizzare il pubblico.

I Am: Celine Dion contiene anche molti momenti luminosi, come la visita ad un magazzino dove la diva archivia tutti i costumi e gli oggetti della sua vita. Il documentario è ricco di immagini di concerti ma anche di momenti più intimi, a volte contorti e surreali.

Celine Dion al cinema, che cos’è ancora?

Sebbene la cantante abbia interpretato se stessa nella commedia romantica Love Again nel 2023 – girata nel 2021 – è nota soprattutto per la sua presenza nelle colonne sonore dei film. Celine Dion è una delle artiste più ricercate dagli studios di Hollywood, più recentemente per Deadpool 2.

Due delle sue canzoni hanno vinto un Oscar: la prima nel 1992 per La bella e la bestia, sigla del film La bella e la bestia, e la seconda nel 1998 per My Heart Will Go On, l’iconico titolo di Titanic di James Cameron.

L’aneddoto aggiuntivo: Celine Dion detiene il record di artista che ha cantato di più agli Oscar. Sette volte in totale.

Io sono: Celine Dion è disponibile su Prime Video.

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