Essere LGBTQI in Francia e nel mondo significa vivere tra preoccupazione e mobilitazione

Essere LGBTQI in Francia e nel mondo significa vivere tra preoccupazione e mobilitazione
Essere LGBTQI in Francia e nel mondo significa vivere tra preoccupazione e mobilitazione
-

Cinquantaquattro anni fa si svolse a New York la prima Marcia del Pride, un anno dopo le rivolte di Stonewall. A Parigi, la marcia, precedentemente chiamata “Gay Pride”, si svolgerà il 29 giugno in un clima di preoccupazione per l’aumento dell’omofobia in Francia e il declino dei diritti LGBTQI, preoccupazione esacerbata dopo i risultati delle elezioni europee e in seguito alla vigilia del primo turno delle elezioni legislative.

Il sito web americano LGBTQI Loro evoca diverse manifestazioni per i diritti delle persone trans a Parigi, ma anche a Lione, Marsiglia, Montpellier e nelle città belghe di Bruxelles e Liegi, nel maggio 2024. Hanno riunito più di 10.000 partecipanti e 800 associazioni preoccupate per un disegno di legge , adottata dal Senato il 28 maggio, che limita l’accesso ai farmaci che bloccano la pubertà e alla transizione medica per i minori. Secondo la classifica Equaldex, citata da Loro, “La Francia ha 20 annie per i diritti queer e trans in tutto il mondo, davanti agli Stati Uniti (27e) e il Regno Unito (28e), ma dietro ad altre nazioni europee come la Spagna (6e) e Germania (11e)”.

NotizieRosa, un media LGBTQI con sede nel Regno Unito, discute di “terrore” che le persone LGBTQI in Francia stanno vivendo a causa dell’attuale clima politico. Già nel 2022 l’avevano bloccato, e “all’epoca, come ancora oggi, la lotta contro l’estrema destra era vista come una battaglia per il futuro dei diritti LGBTQ+”.

Elli Tessier, 28enne ingegnere energetico non binario, teme “Un completo disastro per le persone trans, a causa del movimento Terf [‘trans-exclusionary radical feminists’, désigne une mouvance transphobe] in Francia è piuttosto vicino all’estrema destra”, oltre ad attacchi ancora più sistematici contro l’intera comunità e in particolare contro le persone razzializzate.

Ogni anno da più di vent’anni, il mese di giugno, dichiarato “Mese del Pride”, è l’occasione per numerose manifestazioni LGBTQI ma anche il momento per fare il punto sui progressi e sui regressi dei diritti in tutto il mondo.

Ovunque, diritti limitati dalla legge

Negli Stati Uniti, il Washington Post spiega che, nonostante le tutele dell’amministrazione Biden per le persone LGBTQI nel settore sanitario e dell’istruzione, hanno votato più stati “un numero record di leggi” di limitare i propri diritti, mentre sono aumentati gli attacchi omofobici, soprattutto nelle scuole. Anche il Canada ha avvertito i suoi cittadini di questo potenziale pericolo se si recano negli Stati Uniti.

Il quotidiano americano, che tuttavia sottolinea i progressi sul matrimonio per tutti in una trentina di paesi, tra cui Estonia, Grecia e Tailandia, punta anche il dito contro l’omofobia di Stato in Russia, che ha qualificato il “movimento LGBT internazionale” estremista e penalizza l’uso della bandiera arcobaleno.

In Spagna, Paese dedica un lungo format che raccoglie quattordici testimonianze di persone che dai quattro angoli del mondo si raccontano “come combattono, sognano, vivono o sopravvivono”. Questo rapporto è intitolato “Essere LGBTI+ in un mondo ostile” ed evoca “invisibilità in Cina”, “lotta per garantire che non vi sia battuta d’arresto in Argentina” nonostante il regime populista di Javier Milei, “Omofobia istituzionale in Russia” et “paura dell’estrema destra in Germania”. Il quotidiano di Madrid ne parla “guerra culturale” che si oppone, in tutto il mondo, ai sostenitori dei diritti LGBTQI e ai nazionalisti e populisti.

Se visibilità e normalizzazione stanno guadagnando terreno, in Europa ma non solo, grazie ai progressi legislativi, l’omofobia non è in ritirata. E in alcuni paesi, “come in Uganda, le relazioni omosessuali possono essere punibili con la morte”, senza dimenticare le zone di guerra, “come l’Ucraina o la Palestina, dove la guerra seppellisce la lotta per i diritti, oltre ad alimentare la retorica nazionalista ed esclusivista”. Nonostante questo contesto di “persecuzione” o forse proprio a causa dell’urgenza delle minacce che incombono ovunque sulle persone LGBTQI, “L’attivismo non si arrende”.

-

PREV Una missione senatoriale è preoccupata per il “risorgere di un clima di antisemitismo” nell’istruzione superiore
NEXT Tasso di disoccupazione in aumento in Canada, soprattutto tra i giovani