Una missione senatoriale è preoccupata per il “risorgere di un clima di antisemitismo” nell’istruzione superiore

Una missione senatoriale è preoccupata per il “risorgere di un clima di antisemitismo” nell’istruzione superiore
Una missione senatoriale è preoccupata per il “risorgere di un clima di antisemitismo” nell’istruzione superiore
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Una missione d’inchiesta del Senato pubblicata questo mercoledì, 26 giugno, è allarmata dal “ritorno, in numerosi istituti (di istruzione superiore, ndr), di un clima di antisemitismo”.

I lavori di questa “missione flash”, approvata a fine marzo dal Senato dopo l’occupazione dell’anfiteatro Sciences Po di Parigi a sostegno della popolazione di Gaza, sono iniziati a fine aprile ed è stata guidata da due relatori, il centrista Pierre-Antoine Lévi e il radicale Bernard Fialaire.

“Al di là di azioni isolate e sporadiche che non sono mai cessate del tutto e che sono spesso opera di simpatizzanti dell’estrema destra, questa riattivazione dell’antisemitismo nell’istruzione superiore è parte di una dinamica estremamente collettiva da diversi mesi, alimentata da un’ideologia che appartiene ormai anche all’estrema sinistra dello schieramento politico”, si legge in questo rapporto.

Atti vari

Sono 67 gli atti antisemiti registrati dalla France Universités dopo gli attentati di Hamas in Israele del 7 ottobre e la risposta israeliana, “vale a dire il doppio di quelli registrati nell’intero anno accademico 2022-2023”, indicano i senatori. Secondo il ministro dell’Istruzione Nicole Belloubet questo lunedì 24 giugno su BFMTV-RMC, questa cifra è di 650 in tutti gli istituti scolastici francesi.

Questo “clima di antisemitismo” nell’istruzione superiore spazia “dall’etichettatura anonima all’aggressione fisica, compresa la diffusione di messaggi offensivi nei gruppi di conversazione online”.

Il rapporto cita in particolare “i ripetuti spintoni nei corridoi, i cambiamenti di posto nelle aule e nelle aule, la ripetizione di scherzi basati su cliché antisemiti o addirittura l’isolamento di alcuni studenti quando arriva il momento di formare gruppi di lavoro per preparare un presentazione.

Tutto ciò, secondo l’inchiesta, “porta un certo numero di studenti ebrei a temere ed evitare di frequentare i campus, rinunciando così ad alcuni attributi della vita universitaria”.

“Un fenomeno massiccio di sottodichiarazione”

Sebbene questa missione del Senato sia stata lanciata dopo gli avvenimenti di Sciences Po Parigi, il rapporto sottolinea che “la copertura mediatica degli eccessi verificatisi durante le recenti mobilitazioni potrebbe aver prodotto un effetto lente di ingrandimento su alcune istituzioni senza corrispondere completamente alla realtà”.

Quindi, se osserviamo una “politicizzazione più marcata degli studenti di scienze sociali e politiche”, non è solo in queste facoltà che il fenomeno è presente. Ad esempio, c’è “preoccupazione per il regolare verificarsi di atti antisemiti nelle facoltà di medicina e farmacia”.

Inoltre, i relatori deplorano “un massiccio fenomeno di sottodenuncia comune a tutti gli attacchi di carattere razzista e discriminatorio” e ritengono pertanto che il numero di atti registrati sia inferiore alla realtà, anche a causa dei gruppi dirigenti, alcuni dei quali favorevoli azione minima e “nessuna onda”.

Una difficile “qualificazione giuridica di certi atti”

Questa missione d’inchiesta del Senato rileva che “le modalità di espressione si sono evolute come risultato della polarizzazione ideologica associata alle mobilitazioni studentesche a favore della Palestina”.

Ciò comporta, quindi, difficoltà “nel procedere alla qualificazione giuridica di determinati atti” in particolare per “distinguere tra le legittime critiche politiche al governo israeliano, tutelate dalla libertà di espressione, e le dichiarazioni antisemite che costituiscono reati punibili penalmente”. “.

“Queste difficoltà riguardano in particolare le posizioni ‘antisioniste'”, aggiunge il rapporto.

Difficoltà ad agire si riscontra anche quando questi atti avvengono «in contesti peri-universitari come serate studentesche, luoghi di tirocinio o messaggistica online».

Fino all’intervento della polizia

I relatori pubblicano quindi un elenco di raccomandazioni alle istituzioni, invitandole a lottare contro l’antisemitismo “approfittando dei progressi compiuti nella lotta contro le altre violenze e discriminazioni che colpiscono gli studenti, in particolare la violenza sessista e sessuale”.

Chiedono una migliore “cooperazione” tra funzionari universitari e procuratori, “rafforzare la formazione” e la “consapevolezza”, riaffermando i principi e le regole “vincolanti per la comunità universitaria” e “sistematizzando le sanzioni”.

I senatori ricordano che “gli attori universitari devono mobilitarsi per difendere la cultura del dibattito all’interno delle istituzioni” ma affermano che “quando le possibilità di dialogo sono state esaurite, questa difesa può comportare una limitazione proporzionata e temporanea delle libertà di espressione e di riunione degli studenti, o addirittura innescando l’intervento delle forze dell’ordine nell’ambito delle franchigie universitarie”.

Articolo originale pubblicato su BFMTV.com

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