The Boys: quanto vale la stagione 4? – Serie di notizie

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“The Boys” è tornato per la quarta e ultima stagione su Prime Video! Ma dopo 3 stagioni particolarmente muscolari, la serie ha ancora qualcosa da dire?

Attesa per due anni, la stagione 4 di The Boys arriva finalmente su Prime Video. La fiction basata sul fumetto omonimo di Garth Ennis e Darick Robertson e sviluppata da Eric Kripke è tornata con una serie di nuovi sanguinosi episodi.

Se la serie valutata 4,4 su 5 dai telespettatori di AlloCiné è molto apprezzata, ha raggiunto un traguardo arrivando già alla quarta stagione, e presto una quinta ed ultima stagione già ordinata. Dopo tanti anni e due spin-off (Gen V e Diabolical), vale ancora la pena di The Boys?

Dovresti guardare la stagione 4 di “The Boys”?

Alla sua uscita nel 2019, The Boys ha inferto un duro colpo al mondo delle serie utilizzando il genere supereroico, all’inizio della sua fase di declino sul grande schermo, per sequestrarlo e utilizzarlo per fornire una satira politica di grande portata.

La serie ha fatto della violenza, del cinismo e del trash il suo marchio di fabbrica che le ha permesso di distinguersi e riunire una vasta comunità di fan. Sebbene sia radicato in una realtà alternativa, The Boys utilizza la sua straordinaria trama per coprire tutti i cambiamenti socio-politici che il nostro mondo ha vissuto.

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In The Boys succede di tutto. La serie non ha mai mancato di riprendere dal vivo l’ascesa dei suprematisti bianchi, i critici dei movimenti #MeToo e #BlackLivesMatter, le strategie di manipolazione di massa e le fake news (e per estensione la politica dell’era Trump).

Dopo due prime stagioni molto concise e fluide, la stagione 3 ha sofferto un leggero calo di velocità essendo superficialmente dispersa su tutti gli argomenti che voleva affrontare, al punto da dimenticare lo sviluppo dei suoi personaggi, che sono rimasti stagnanti e impantanati i propri stereotipi e avvolgevano il tutto in spazzatura a volte incoerente.

Ma la stagione 4 di The Boys sembra correggere la situazione. Se violenza, irriverenza e satira sono sempre presenti, questi fattori servono a nutrire una narrazione più rifocalizzata che permette ai suoi personaggi di evolversi, in particolare quelli secondari che a volte vengono un po’ trascurati, come La Crème (Laz Alonso), Frenchie (Tomer Kapon ) o Kimiko (Karen Fukuhara).


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I personaggi si confrontano finalmente con ciò che sono e ciò che rappresentano, e attraversano il box e gli interrogativi della “crisi esistenziale”, in particolare Hughie (Jack Quaid), Homelander (Antony Starr) che affronta un processo (come Trump in questo momento), Starlight (Erin Moriarty) e soprattutto Butcher (Karl Urban) che è il punto centrale di questa stagione.

La guerra civile è vicina negli Stati Uniti mentre Victoria Neuman (Claudia Doumit) si avvicina sempre più alla Casa Bianca, con l’aiuto più o meno volontario di Homelander, affermato come idolo degli estremisti e suprematisti americani.

Di fronte a loro, la CIA e i Boys, aiutati da Starlight, leader degli attivisti progressisti, fanno di tutto per condurli alla loro rovina e recuperare Ryan (Cameron Crovetti), il figlio di Homelander. Tra i due accampamenti basta una piccola brace perché tutto prenda fuoco.

Abbiamo ancora bisogno di “The Boys”

I veri volti (buoni o cattivi) verranno finalmente svelati in questa stagione 4, che permetterà a The Boys di prendere una nuova svolta. Ancora di grande impatto nel suo messaggio politico e nei suoi forti riferimenti alla cultura pop, la serie riacquista il suo brillante e attuale senso critico e riconquista il controllo totale del suo argomento.

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E questo grazie all’arrivo di nuovi personaggi, come Petardo (Valorie Curry) e Sorella Sage (Susan Heyward), per aggiornare e analizzare strategie politiche, notizie false e manipolazione delle opinioni, e nel caso della stagione 4, durante le elezioni presidenziali.

Se le intenzioni della serie erano chiare fin dall’inizio, lo showrunner ha sicuramente sentito il bisogno di riaffermarle in questa stagione, in quanto la fiction è stata deviata e percepita come “troppo sveglia” da una certa fascia di pubblico, come ha recentemente spiegato A Reporter di Hollywood :

“Chiunque pensi che lo show sia ‘svegliato’ o qualcosa del genere, non mi interessa. Vai a guardare qualcos’altro. Ma certamente non mi limiterò o mi scuserò per quello che stiamo facendo. Alcune persone che lo guardano pensano che Homelander è l’eroe. Cosa ne diciamo? Lo spettacolo è molte cose, ma non è sottile, quindi se questo è il messaggio che ottieni, mi arrendo.

Se The Boys sembra adattarsi perfettamente all’attualità ed evidenziare i problemi che la nostra società sta affrontando – ancor più in questo momento con l’ascesa dei suprematisti e dell’estrema destra – affronta solo le questioni latenti evidenziate dai social network e la corsa all’infotainment, come South Park in un altro genere.

La serie finalmente smette di riposarsi sugli allori per abbracciare questioni più grandi, che spingono oltre i limiti e che potrebbero piegare tutte le carte per condurre verso una risoluzione che promette di essere esplosiva, e che arriverà al momento giusto nella quinta e ultima stagione, un altro segno dell’intelligenza del suo showrunner nell’avere un arco narrativo definito e un finale pensato in anticipo.

Insomma, The Boys riscopre l’eccellenza delle sue prime stagioni come una serie necessaria, ancora altrettanto divertente e terrificante, intelligente e attuale nella sua scrittura, con un casting impeccabile e sequenze stravaganti ma terribilmente divertenti.

Le prime tre stagioni di “The Boys” e la prima stagione di “Gen V” sono disponibili su Prime Video.

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