l’indicizzazione dei salari, una misura ancora una volta brandita a sinistra

l’indicizzazione dei salari, una misura ancora una volta brandita a sinistra
l’indicizzazione dei salari, una misura ancora una volta brandita a sinistra
-

Mentre l’inflazione torna a salire leggermente (2,3% a maggio secondo l’INSEE), l’idea di ripristinare l’indicizzazione dei salari torna alla ribalta. Con l’abrogazione delle misure sull’assicurazione contro la disoccupazione o l’aumento del salario minimo, si tratta di uno degli assi principali del programma “Nuovo Fronte Popolare” presentato venerdì 14 giugno.

Elezioni legislative 2024, D-16: programma “pausa” a sinistra, accordo LR e maggioranza a Hauts-de-Seine

Questo strumento consiste nell’aumentare i salari in base all’aumento dei prezzi al fine di preservare il potere d’acquisto delle famiglie in tempi di inflazione. Uno strumento di cui diversi deputati della LFI avevano chiesto la restituzione da diversi anni, in un contesto di aumento dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari legati alla guerra in Ucraina.

► Nel 1952, attuato a fronte di un’inflazione galoppante

In Francia, l’indicizzazione dei salari è stata introdotta nel 1952 dal governo di Antoine Pinay. Per aiutare le famiglie a far fronte a un aumento dei prezzi superiore al 20%, il governo ha creato un salario minimo garantito (il salario minimo, antenato del salario minimo) e ha deciso di indicizzare tutti i salari, pubblici e privati, all’inflazione del salario minimo .

In Belgio, indicizzazione automatica degli stipendi all’inflazione

Un nuovo episodio inflazionistico, causato dagli shock petroliferi del 1973 e del 1979, metterà in discussione i benefici di questo sistema. Mentre nel 1980 l’aumento dei prezzi si aggirava attorno al 15%, le imprese furono obbligate ad aumentare i salari, secondo il meccanismo di indicizzazione in vigore. Inizia allora una “spirale inflazionistica”: più aumentano i salari, più aumentano i costi di produzione. Questi aumenti si ripercuotono poi sui prezzi di beni e servizi e costringono le aziende ad aumentare nuovamente i salari, alimentando allo stesso tempo l’inflazione.

► Nel 1983, la repressione durante il punto di svolta dell’austerità

Nel 1983, il secondo governo di Pierre Mauroy attua la svolta verso l’austerità, sotto la presidenza di François Mitterrand. Una politica di austerità che mira in particolare a spezzare il circolo vizioso inflazionistico.

Elezioni legislative 2024: date, candidature… Il calendario completo della campagna blitz

Ciò porta poi all’abbandono dell’indicizzazione dei salari ai prezzi. Negli anni successivi il tasso di inflazione effettivamente diminuirà. Un successo che alcuni attribuiranno alla fine dell’indicizzazione dei salari, mentre altri lo assoceranno piuttosto ai meccanismi di politica monetaria messi in atto contemporaneamente.

► A sinistra, diverse voci favorevoli alla sua guarigione

Attualmente, diverse prestazioni sociali, come la RSA o l’assegno per adulti disabili, rimangono indicizzate all’inflazione. Questo vale anche per il salario minimo, rivalutato ogni 1° gennaio e ogni volta che l’inflazione supera il 2%. Questo vale anche per le pensioni.

Elezioni legislative 2024: le tre insidie ​​che il “nuovo Fronte Popolare” deve superare

Queste eccezioni sono considerate insufficienti a sinistra. Dal 2013 i deputati comunisti hanno voluto ristabilire ancora una volta la scala salariale mobile. Dal 2022, il deputato della France Insoumise François Ruffin rilancia regolarmente il dibattito, nel bel mezzo di un’impennata dei prezzi legata alla ripresa post-Covid-19 e alla guerra in Ucraina. Lo scorso ottobre, il deputato eletto della Somme ha avanzato l’idea di indicizzare gli stipendi all’inflazione “fino ad un certo livello di reddito”Per esempio “fino al livello del salario mediano o medio”.

Rimessa sul tavolo a fine novembre, nella sua nicchia parlamentare, l’iniziativa ha incontrato il rifiuto della maggioranza, della destra LR e della RN.

Da parte della maggioranza, Emmanuel Macron ha chiuso la porta al ritorno di questo sistema lo scorso ottobre. Secondo lui, un tale meccanismo potrebbe “mantenere l’aumento dei prezzi” e creare “un ciclo che non si ferma mai”. Rifiutando qualsiasi intervento statale in materia, ha comunque invitato le aziende a compiere maggiori sforzi per aumentare i salari.

—-

PODCAST. Duello nella Somme: un anno sul campo, con LFI e RN

-

PREV un ritorno fallito, il suo risultato
NEXT Prezzi del gas, “shrinkflation”, nuovo piano di risparmio… Cosa cambia dal 1° luglio