una nuova riforma è inevitabile?

una nuova riforma è inevitabile?
una nuova riforma è inevitabile?
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Dopo il rapporto presentato giovedì scorso dal COR, secondo il quale entro il 2030 il deficit del sistema pensionistico francese raggiungerà lo 0,4% del Pil, l’opinione pubblica è preoccupata. In effetti, la riforma pensionistica del 2023, che avrebbe dovuto cambiare le regole del gioco, sembra aver peggiorato la situazione e attualmente siamo in rosso. Per il momento le ipotesi sono all’ordine del giorno e una nuova riforma sembra imminente.

riforma delle pensioni del 2023 ha sicuramente portato grandi cambiamenti per i pensionati, ma il sistema pensionistico rimane instabile. Secondo il rapporto pubblicato dal Pension Orientation Council, quest’anno il sistema è in rosso e intende restarci fino al 2070. Da un lato il Raggruppamento Nazionale, partito politico di Giordano Bardella e LFI vogliono che l’età pensionabile adottata a seguito della riforma venga cancellata. D’altro canto, lo scioglimento dell’Assemblea nazionale voluto da Emmanuel Macron domenica scorsa rischia di riemergere nei dibattiti.

Riforma delle pensioni: progetti che scontrano con la realtà dei conti

Un eterno dibattito sul punto di riemergere

La decisione di Bercy di sciogliere l’Assemblea nazionale domenica scorsa farà riemergere l’eterno dibattito sulle pensioni. Nel 2017, Marine Le Pen, che aveva sostenuto il pensionamento a 60 anni, ma nel suo programma 2022, la candidata alla presidenza ha adeguato la sua visione per un’età che varia tra i 60 e i 62 anni. Ricordiamo che questo provvedimento è stato molto costoso e dopo vari dibattiti sull’argomento, la proposta di quest’ultimo è stata respinta.

Dopo l’annuncio di Emmanuel Macron, LFI ha espresso il desiderio di ripristinare la situazione diritto alla pensione a 60 anni per tutti dopo quarant’anni di contribuzione. Tuttavia, non tutte le misure auspicate dai diversi partiti possono essere applicate alla luce dell’accordo deficit pensionistico che continuano ad ampliarsi.

Un buco stimato in diversi miliardi di euro

Se lo scopo della riforma pensionistica era quello di colmare il deficit esistente nel sistema pensionistico, sembra che si sia ottenuto l’effetto opposto. Dal 2021 al 2023, abbiamo registrato eccedenze, ma dall’inizio dell’anno il sistema è di nuovo in rosso. Infatti, secondo l Relazione annuale inviato alle parti sociali dal COR, il sistema si trova di fronte ad un buco di 5,8 miliardi di euro. Il suddetto rapporto sarà pubblicato ufficialmente il 13 giugno. Secondo le spiegazioni fornite, la rivalutazione dei regimi di base a gennaio e quella delle pensioni complementari Agirc-Arrco a novembre 2023 sarebbero all’origine del deterioramento del sistema, sottolinea Le Figaro.

Un futuro oscuro per il sistema pensionistico

Il deficit osservato non è destinato a finire. Il COR spiega infatti che continuerà ad aumentare fino a raggiungere lo 0,4% del PIL nel 2030 a causa del calo risorse a lungo termine. I dati presentati dall’organizzazione sono più negativi rispetto a quelli dello scorso anno e il deficit registrato nel 2030 sarà di ulteriori 0,2 punti. Questa discrepanza può essere spiegata dai poveri previsioni macroeconomicheprecisa il Comitato a seguito delle modifiche apportate al programma di stabilità 2024.

Una nuova riforma in vista?

Tutte le previsioni annunciate mostrano chiaramente che la promessa dello Stato di riportare in equilibrio il sistema pensionistico nel 2030 non verrà mantenuta, nonostante l’innalzamento dell’età pensionabile. L’istituzione di a nuova riforma sembra inevitabile e potrebbe avvenire prima della fine del mandato del Presidente della Repubblica. Durante un colloquio privato con un membro del ministero, ha stimato che questo tema sarà l’oggetto della prossima campagna presidenziale. Precisa tuttavia che il dibattito potrà tornare alla ribalta in seguito all’anticipazione del elezioni legislative.

Deficit pensionistico: soluzioni evasive

Sì per la pensione a 60 anni, ma per un periodo contributivo diverso

Durante la sua visita sul set di La mattina Martedì, dal TF1, Olivier Faure, presidente del PS, ha affermato di accettare il pensionamento a partire dai 60 anni, a condizione di iniziare presto il lavoro per poter partire presto. Ha inoltre chiarito che il periodo contributivo non sarà uniforme, senza però fornire informazioni chiare.

Taglio alle pensioni di anzianità

Il COR ha proposto una soluzione meno controversa rispetto al presidente del PS. Infatti, per questa organizzazione, l’importo di pensioni di anzianità deve essere rivista al ribasso o almeno aumentare meno rapidamente dell’inflazione. Sebbene l’esecutivo nel suo programma preveda una rivalutazione delle pensioni nel 2025 al di sotto dell’inflazione, i partiti politici devono evitare di citare questa misura nei loro campagna.

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