Appleseed, storia biblica del collasso climatico

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Ci piaceva

– Un testo che afferra le viscere, che delizia il lettore tanto quanto lo maltratta.
– Nessun autore di narrativa fino ad allora era riuscito a illustrare così brillantemente il principio della palingenesi e dell’entropia.
– È impossibile non cadere dalla sedia quando i pezzi del puzzle vanno al loro posto e diventa possibile contemplare l’opera nel suo insieme.

Non ci è piaciuto

– Se Appleseed è un romanzo di finzione, è basato su ricerche e progetti scientifici molto reali, sufficienti a farti venire l’ansia per il futuro.

Ne emerge qualcosa di diversoSemi di mela. La sua visione del futuro tra metà profetica e metà scientifica, il suo modo di mescolare mitologia e tecnologia, di toccare Dio e la natura… Come dice così bene Matt Bellil suo autore:

Se il nostro mondo può esserlo […] salvato, questo […] sarà fatto da persone di buon cuore ma fallibili che stanno solo facendo del loro meglio per essere all’altezza della situazione.

Forse è perché è questa l’idea che ha guidato la storia, quellaSemi di mela sembra essere allo stesso tempo inquietante e intrigante, fonte di ansia e speranza. Nessun altro romanzo di anticipazione, nessuna narrativa climatica, può creare un tale turbamento come questa storia, perché ci riporta a tutto ciò che c’è di più fragile nella nostra umanità, al vuoto dell’esistenza, ma apre anche la porta a tutto ciò che potremmo compiere.

Ci vengono narrati tre destini Semi di mela.

Quella di Chapman e di suo fratello Nathaniel, in un’America ancora selvaggia dove l’Occidente attende di essere colonizzato. Entrambi hanno un progetto: piantare mele in tutto il Territorio, creare frutteti che sottoporranno questa terra alla presenza umana e che offriranno loro lavoro e una casa. Forse anche, come Chapman segretamente desidera, che questi alberi diano alla luce il frutto che lo renderà umano. Perché se suo fratello è un uomo, Chapman è nato Faune, metà uomo e metà capra. Poiché la Bibbia ha la sua mela di conoscenza, allora spera che i suoi frutteti gli forniscano quella dell’oblio, come lo chiama lui. Così non dovrà più sentirsi diverso nei confronti di suo fratello e forse accetterà finalmente questa civiltà che poco a poco divora la natura.

Nel prossimo futuro incontriamo John. Un “ecoterrorista”. Poiché il collasso climatico ha acidificato gli oceani e reso la Terra sterile, uccidendo gran parte della sua biodiversità, Earthtrust si atteggia a messia. Con in testa Eury Mirov, biologo geniale, colui che ha creato piante e animali geneticamente modificati per nutrire l’umanità nonostante la siccità e che gli ha permesso di prendere gradualmente il controllo del mondo. Ma il futuro secondo Earthtrust è artificiale, progettato e creato per servire l’umanità e non per ripristinare la natura. Se la società di Eury dovrà requisire persone affinché lavorino nei suoi campi e forzare la mano ai governi, lo farà. Se John e i suoi compagni dovessero sacrificarsi per riportare la Terra sulla Terra, per riportare la natura allo stato selvaggio e alla libertà, sono disposti a farlo.

Nel lontano futuro seguiamo anche C-432. Un essere vivente semisintetico, portando al collo una barra carica delle “vestigia”: lo spirito di tutti coloro che sono vissuti prima di lui, nonché questa voce, diversa dalle altre, che lo spinge ad andare avanti dandogli un obiettivo. La sua missione è sempre stata la stessa, da 432 incarnazioni: trovare la biomassa, tutto ciò che può essere riciclato per prolungare la sua esistenza dandogli un nuovo corpo quando il suo giunge al termine. Così, ogni giorno, scende dal bruco, il veicolo che gli funge da rifugio, e parte alla scoperta dell’immensità ghiacciata che ricopre il pianeta, alla ricerca dei resti del mondo di prima. La sua incessante ricerca lo spinge ad avventurarsi in un profondo crepaccio. In sostanza, C-432 fa una scoperta che sconvolgerà la sua esistenza e tutte le sue future reincarnazioni, una scoperta che metterà forse fine al ciclo perpetuo che è suo: un albero.

Semi di mela prende forma come un’immensa favola in cui i destini si correlano e si sovrappongono fino a formare un affresco dai toni mitologici e biblici. Mettendo in scena brillantemente il principio della palingenesi, l’idea di un eterno inizio, il romanzo ci regala una sensazione vertiginosa, quella di essere la divinità passiva che osserva questo mondo dal destino già tracciato. Quella di essere dotati della semplice conoscenza di ciò che accadrà e dell’impossibilità di agire. Una sensazione dolorosa e potente allo stesso tempo. L’autore riesce, fin dalle prime pagine, a stabilire un’atmosfera intima con i suoi protagonisti e ad affascinare i suoi lettori.

Partendo da una favola mitologica, quella di Orfeo ed Euridice, Matt Bell riesce a creare una storia potente, angosciante, tra fantascienza, fantasy e fantasy, i cui diversi elementi della trama si incastrano perfettamente fino a formare un insieme, un intreccio così perfettamente intrecciato da lasciare ammirati.

Una vera profezia che si autoavvera, Semi di mela disturba tanto quanto affascina, questo è il segno distintivo di un grande romanzo. Ben lungi dall’essere manichei, i suoi personaggi sono semplicemente guidati da ambizioni e convinzioni diverse. Come l’umanità, tutti sono convinti di agire per il bene comune. Questo è senza dubbio ciò che fa Semi di mela così riuscito: questo modo di essere uno specchio così ben lucidato da diventare inquietante riflettendoci i nostri stessi difetti e debolezze.


Impossibile scegliere da che parte stare tra i personaggi, impossibile non immaginarsi nemmeno al loro posto. Se la sofferenza di Chapman ci commuove, suo fratello emerge gradualmente come un uomo distrutto che merita anche la nostra empatia. E che dire della lotta tra Eury e John, che perseguono lo stesso obiettivo, ma sono in disaccordo sui metodi da utilizzare? Possiamo incolpare qualcuno per le sue azioni, ma non per il desiderio di salvare il mondo che lo ha motivato.


In un vortice di disperazione e violenza, sarà la C del futuro a spezzare il ciclo? Chi permetterà alla vita di ritornare su una Terra morta?

Con il suo futuro spaventosamente realistico, l’autore crea un’opera accattivante, essenziale per tutte le buone biblioteche e per coloro che si pongono domande sul futuro.

Da ottenere assolutamente dall’Atalante!

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