Inquinamento atmosferico e rischio autismo, conoscenze e prospettive

Inquinamento atmosferico e rischio autismo, conoscenze e prospettive
Inquinamento atmosferico e rischio autismo, conoscenze e prospettive
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L’aumento globale dell’inquinamento atmosferico costituisce un preoccupante fattore di rischio ambientale per i disturbi dello sviluppo neurologico e, più in particolare, per i disturbi dello spettro autistico (ASD) che oggi colpiscono tra l’1 e l’1,5% della popolazione.

Una revisione dei recenti studi epidemiologici

In un articolo pubblicato su Medicina del cervellodue autori hanno analizzato recenti studi epidemiologici che hanno rivelato associazioni convincenti tra l’esposizione a specifici inquinanti atmosferici e un aumento del rischio di ASD. Tra questi inquinanti troviamo le polveri sottili (PM), tra cui il PM10 e il PM2,5, quest’ultimo particolarmente pericoloso. Gli ossidi di azoto (NO, NO2) rientrano tra gli inquinanti più comuni derivanti principalmente dalle emissioni dei veicoli termici e dei combustibili fossili e industriali.

Tra i fattori di rischio rientra anche l’ozono (O3), un gas di ossigeno altamente reattivo prodotto a livello del suolo da una reazione fotochimica tra due classi di inquinanti atmosferici: i composti organici volatili e gli ossidi di azoto. Infine, sempre più prove indicano l’anidride solforosa (SO2), un inquinante atmosferico prodotto in particolare dai veicoli termici e dalla combustione di combustibili fossili nelle centrali elettriche.

Mentre la prevalenza complessiva dell’ASD riflette in parte l’espansione dei criteri diagnostici e il miglioramento dello screening, un numero crescente di dati sottolinea il ruolo delle interazioni tra geni e ambiente nell’eziologia di questi disturbi.

Potenziali meccanismi d’azione

Gli inquinanti atmosferici possono innescare molteplici meccanismi patogeni, tra cui neuroinfiammazione, stress ossidativo e nitrosativo, modificazioni epigenetiche, interruzioni del sistema neurotrasmettitore glutamatergico/GABAergico, disturbi endocrini e disregolazione metabolica.

Il momento dell’esposizione sembra essere cruciale, con la massima vulnerabilità durante lo sviluppo prenatale e la prima infanzia, quando si verificano processi critici di sviluppo neurologico, come la migrazione neuronale, la sinaptogenesi e la mielinizzazione.

Ad oggi, nessuno studio ha esaminato i biomarcatori che riflettono specificamente l’impatto degli inquinanti atmosferici. Secondo gli autori, tali biomarcatori potrebbero consentire la prevenzione precoce dell’ASD identificando i soggetti ad alto rischio durante il periodo prenatale o nelle fasi presintomatiche.

Ciò consentirebbe interventi precoci in caso di anomalie dello sviluppo neurologico o per escludere fattori scatenanti ambientali come l’esposizione all’inquinamento atmosferico. I possibili biomarcatori discussi nell’articolo sono l’aumento della 3-nitrotirosina, i cambiamenti nel GABA e nel glutammato nel sangue, l’elevata espressione della PCR durante la gravidanza e la presenza di micronuclei.

Quali strade per la ricerca?

Diversi fattori di confondimento dovrebbero essere presi in considerazione quando si studia il legame tra inquinanti atmosferici e ASD. Questi fattori possono includere microbioma, nutrizione, aspetto finanziario, livello di istruzione, aspetti sociali e posto di lavoro. Dovrebbero essere considerati anche i fattori legati allo stile di vita, come il fumo attivo e passivo durante la gravidanza.

Sembra inoltre essenziale tenere conto del luogo di residenza e dello stato socioeconomico, poiché i quartieri più poveri hanno maggiori probabilità di subire un maggiore inquinamento, per presentare una maggiore vulnerabilità a questi fattori e un aumento del rischio di ASD.

Per gli autori di questo articolo, le priorità della ricerca dovrebbero concentrarsi su come gli inquinanti influenzano lo sviluppo del cervello in individui geneticamente predisposti, in particolare durante la gravidanza e la prima infanzia. Sono necessari strumenti migliori per identificare le persone a più alto rischio e sviluppare misure pratiche di prevenzione.

Dato il crescente livello di inquinamento globale, questa conoscenza potrebbe aiutare a definire le politiche di sanità pubblica per proteggere le generazioni future dai fattori ambientali che potrebbero contribuire all’ASD.

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