Un vaccino nasale che ne blocca la diffusione

Un vaccino nasale che ne blocca la diffusione
Un vaccino nasale che ne blocca la diffusione
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La pertosse è una malattia respiratoria altamente contagiosa, causata dal batterio Bordetella pertussis, che oggi colpisce 24 milioni di persone all’anno in tutto il mondo, principalmente neonati e persone con un sistema immunitario indebolito. Esistono già vaccini ampiamente utilizzati ed efficaci nella prevenzione della pertosse. Tuttavia, questi vaccini non eliminano completamente i batteri dal tratto respiratorio superiore, quindi gli individui vaccinati possono comunque diffondere la malattia.

Il nuovo vaccino combina gli antigeni tradizionali della pertosse con questo innovativo adiuvante chiamato T-vant, che rafforza la risposta immunitaria dell’organismo specificamente nel tratto respiratorio. L’adiuvante T-vant è derivato dalle vescicole della membrana esterna batterica, minuscole particelle che stimolano naturalmente il sistema immunitario.

Il nuovo vaccino protegge e previene la trasmissione

Lo studio effettuato su modelli murini di pertosse, dimostra che:

  • il nuovo vaccino T-vant somministrato per via nasale elimina i batteri dalle vie respiratorie: i topi non hanno più alcuna traccia dei batteri nei polmoni e nel rinofaringe – la parte superiore della gola situata dietro il naso – 3 settimane dopo l’infezione e la vaccinazione;
  • l’adiuvante potenzia la risposta immunitaria “mucosale”,

  • l’adiuvante stimola l’attivazione delle cellule immunitarie essenziali nel tratto respiratorio che riduce la capacità di colonizzazione dei batteri;
  • permane invece una carica batterica nelle prime vie respiratorie dei topi vaccinati con il vaccino tradizionale per via intramuscolare;
  • infine, non si osservano effetti avversi sul tessuto polmonare dopo la vaccinazione con il nuovo vaccino.

L’autrice principale, la Dott.ssa Lisa Morici, professoressa di microbiologia e immunologia presso l’Università di Tulane, aggiunge: “Questo vaccino, che non solo può proteggere le persone ma anche prevenirne la trasmissione, aiuterà a limitarne la diffusione nelle comunità e forse a raggiungere l’eliminazione totale della malattia”.

Salute

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