È stato un mese fa. Il 14 dicembre 2024 Mayotte è stata devastata dal ciclone Chido. L’arcipelago francese, situato nell’Oceano Indiano, da allora ha cercato di riprendersi, ma è stato nuovamente colpito da una tempesta tropicale tra il 10 e il 13 gennaio 2025. Martedì 14, i parlamentari esamineranno il progetto di legge in commissione. emergenza che dovrebbe consentire la ricostruzione del territorio.
In attesa dell’adozione della legge, giungono da tutte le parti aiuti per rispondere ai bisogni urgenti degli abitanti del 101° dipartimento francese. La fondazione Emergency Architects ha stanziato i fondi e sta guidando un team sul posto. Il suo vicepresidente, Patrick Coulombel, racconta a Batiactu le azioni realizzate sul posto.
Qual è lo stato degli edifici pubblici e delle infrastrutture nell’arcipelago, a un mese dal passaggio del ciclone Chido?
Patrick Coulombel: Sono state affrontate le fasi dell’emergenza, in termini sanitari e alimentari. Le scuole sono state rese sicure. Al via la diagnostica per determinare lo stato degli edifici pubblici e delle abitazioni. Stiamo finalizzando alcuni elementi con le autorità pubbliche, in collaborazione con il Consiglio di Architettura, Urbanistica e Ambiente di Mayotte (CAUE) e la prefettura, per avviare queste operazioni sul campo.
Qual è oggi l’emergenza assoluta a cui Emergency Architects di Mayotte vuole rispondere?
Il noto problema abitativo può essere risolto solo con una risposta statale, condizionata al territorio. Molti residenti non hanno un alloggio adeguato. Lo Stato deve trovare soluzioni e terreni per costruire alloggi permanenti. Sostenibilità
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