È un speranza immensa per quasi un milione di persone di età superiore ai 65 anni che ne soffrono Il morbo di Alzheimer in Francia, e per i futuri 1,8 milioni di pazienti previsti entro il 2050: una molecola miracolosa testata sui roditori dà ottimi risultati, poiché previene la perdita di memoria e protegge il cervello. Sequenza di spiegazione.
Una malattia ancora non curabile
Là Il morbo di Alzheimerche rappresenta dal 60 al 70% dei casi di demenza, non è ancora possibile fermarlo (possiamo solo ridurre i sintomi) e la sua progressione non può essere invertita. Tuttavia, i ricercatori sanno che alcune mutazioni genetiche aumentano il rischio di sviluppare la malattiaun altro, raro, presente tra gli islandesi, protegge dall’Alzheimer.
Questo è una proteina, derivante da questa rara mutazione, la β-amiloideconsiderato uno “pseudo-prione”, che potrebbe avere un effetto protettivo sul cervello. La malattia è causata da lesioni (che si estendono al cervello), derivanti da l’accumulo anomalo di proteina tau e peptide β-amiloide, con conseguente perdita di neuroni e delle loro sinapsi (connessioni tra neuroni).
Queste placche amiloidi si formano quando la β-amiloide viene scissa da un enzima chiamato beta-secretasi: tuttavia, la mutazione islandese ostacola l’azione di questo enzima e la formazione delle placche amiloidi viene ridotta (fino al 40%). L’invecchiamento cognitivo risulta così migliorato.
Lo hanno ipotizzato i ricercatori canadesi l’inserimento di questa mutazione nei neuroni dei pazienti potrebbero contribuire a rallentare o addirittura arrestare la progressione di alcune forme di Alzheimer. Dopo uno studio in vitro su cellule umane, hanno ottenuto un tasso di mutazione dei geni interessati compreso tra il 49 e il 69%. Resta da testare questo metodo in vivo.
Effetti della malattia invertiti nei roditori!
I ricercatori del CNRS e dell’Università di Grenoble hanno adottato un approccio completamente diverso: non è la mutazione che hanno cercato di iniettare, ma direttamente la proteina β-amiloide mutata, nel cervello dei topi affetti dalla malattia. Dopo averlo ricreato artificialmente in laboratorio, questi scienziati hanno effettuato un’unica iniezione.
La protezione che seguì durò diversi mesi, ed è per questo che l’équipe menziona Risultati “sorprendenti”: le sinapsi dei roditori sono tornate al loro stato normale e la perdita di memoria è scomparsa! Una conclusione tanto più sorprendente da allora Si pensava che la proteina β-amiloide amplificasse la malattiapoiché gioca un ruolo nel suo aspetto.
Delle test clinici ora lo sarà necessario per determinare se questo approccio è efficace sul cervello umano, il tutto senza effetti avversi legati all’iniezione di questa proteina. In attesa di possibili cure, la prevenzione rimane essenziale, prendendo di mira alcuni comportamenti a rischio: tabacco, alcol, mancanza di esercizio fisico e stimolazione cognitiva.
Riferimento articolo:
Una molecola “pseudo-prione” inverte gli effetti dell’Alzheimer nel cervello dei topi – Scienza & Vie