Intossicazioni alimentari in estate: cause, sintomi e prevenzione

Intossicazioni alimentari in estate: cause, sintomi e prevenzione
Intossicazioni alimentari in estate: cause, sintomi e prevenzione
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Le Matin: Perché le intossicazioni alimentari sono comuni in estate?

Dottor Issam Hamrerras:

Devi prima distinguere tra intossicazione alimentare e intossicazione alimentare. Dal punto di vista scientifico, la differenza tra i due risiede nella causa e nella natura della contaminazione. L’intossicazione alimentare è causata dall’ingestione di tossine prodotte da microrganismi, solitamente batteri presenti negli alimenti. D’altra parte, l’intossicazione alimentare si spiega con l’ingestione di alimenti contaminati da microrganismi patogeni (batteri, virus, parassiti) che si moltiplicano nel tratto digestivo. Inoltre, l’estate vede anche un aumento delle intossicazioni alimentari collettive (TIAC). Questo è il caso in cui almeno due persone che hanno consumato lo stesso alimento soffrono di identici sintomi, generalmente gastrointestinali. A questo proposito, vorrei sottolineare che qualsiasi episodio di TIAC deve essere dichiarato affinché possano essere svolte indagini per individuarne l’origine e attuare le necessarie misure di prevenzione. Per rispondere alla tua domanda direi che questo tipo di disagio aumenta in estate per diversi motivi:

• Alta temperatura: le temperature elevate favoriscono la rapida crescita di batteri patogeni come Salmonella ed Escherichia coli (e. coli) negli alimenti.

• Scarsa conservazione del cibo: in estate le persone tendono a viaggiare e a svolgere attività all’aperto. In questi due casi la catena del freddo resta difficile da mantenere, il che aumenta il rischio di contaminazione degli alimenti.

• La natura degli alimenti consumati: i pasti estivi spesso includono alimenti che presentano un rischio maggiore di contaminazione come carni crude o poco cotte, insalate e latticini non refrigerati.

Concretamente, quali sono le cause dell’intossicazione alimentare?

Il processo di contaminazione del cibo può avvenire prima, durante o dopo la sua preparazione. Tra i fattori che favoriscono le intossicazioni alimentari citiamo il mancato rispetto delle misure igieniche, ma anche e soprattutto il fatto che gli alimenti siano lavati male, cotti male o conservati male. Salmonella ed E. coli sono, infatti, i batteri più colpiti dalle intossicazioni alimentari. Spesso l’odore e l’aspetto del cibo non viene modificato, anche se è contaminato, quindi bisogna fare attenzione! Vorrei sottolineare che l’avvelenamento dovuto a sostanze chimiche è un problema per la salute. In questo senso possiamo dare come esempio:

• Tossine di origine naturale: gli alimenti di base come il mais oi cereali possono contenere alti livelli di micotossine come l’aflatossina e l’ocratossina. Un elevato consumo di questi alimenti potrebbe compromettere il sistema immunitario.

• Inquinanti organici persistenti: è il caso, ad esempio, delle diossine provenienti dai processi industriali e dall’incenerimento dei rifiuti. Si tratta di composti che si accumulano nell’ambiente e nel corpo umano e possono quindi alterare gli ormoni o addirittura causare problemi di salute riproduttiva o di sviluppo.

• Metalli pesanti come piombo, cadmio e mercurio: la contaminazione degli alimenti avviene principalmente attraverso l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo. È opportuno tenere presente che l’odore e l’aspetto del cibo rimangono invariati anche se contaminati. Quindi devi stare attento.

Quali sono i sintomi?

I sintomi di intossicazione alimentare compaiono poche ore o addirittura giorni dopo l’infezione. Differiscono a seconda dell’agente patogeno. In genere si avverte nausea con vomito e diarrea. Questi sintomi possono essere accompagnati da un episodio di lieve febbre, mal di testa, astenia, stanchezza fisica con comparsa di dolori. I sintomi caratterizzano, infatti, la reazione dell’organismo alla malattia per eliminare l’agente patogeno. Vorrei sottolineare che l’intossicazione alimentare deve essere presa sul serio e che mentre alcune persone sono in grado di resistere senza consultazione, altre hanno difficoltà. È un fenomeno comune anche secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Si stima che 600 milioni di persone, ovvero quasi una persona su 10 nel mondo, si ammalino ogni anno dopo aver consumato cibo contaminato. I bambini sotto i 5 anni sopportano il 40% del carico di malattie dovute a malattie di origine alimentare e 125.000 muoiono ogni anno.

Come prevenire l’avvelenamento estivo?

Ciò richiede l’adozione di alcuni riflessi, vale a dire:

• Lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone, soprattutto prima di preparare i pasti, prima di mangiare e soprattutto dopo ogni utilizzo della toilette.

• Conservare gli alimenti a temperature adeguate. L’ideale sarebbe conservare adeguatamente i cibi crudi in scatole con coperchio o coprirli con cellophane per proteggerli dall’aria.

• Sciacquare bene la frutta e la verdura prima di mangiarle.

• Cuocere accuratamente cibi come carne, pollo, uova e verdure.

Adottare questi riflessi resta importante per proteggersi, proteggere chi ti circonda e passare delle buone vacanze. Se nonostante questi riflessi ti ammali, ecco le azioni da adottare:

• Bere abbastanza acqua minerale per evitare la disidratazione e compensare la perdita di sali minerali. È meglio se l’acqua è ricca di sodio.

• Prendetevi del tempo per riposarvi ed evitate di mangiare cibi troppo grassi, troppo piccanti o ricchi di fibre.

• Preferire una dieta più liquida, in particolare le zuppe.

• Prediligere una dieta antidiarroica consumando riso e banane in caso di diarrea. Quando diventa necessario un consulto urgente? È vivamente consigliato il consulto con un medico nel caso, ad esempio, di un paziente che torna da un viaggio e soffre di diarrea durata superiore a 72 ore. È opportuno consultare anche se la febbre rimane alta nonostante tutti i rimedi e/o se la diarrea dura più di 5 giorni senza miglioramento. Anche il vomito per 24 ore dovrebbe essere un avvertimento. A livello medico, la consultazione diventa un’urgenza in alcuni casi, in particolare quando il paziente inizia a manifestare confusione o nota la presenza di sangue nelle feci. La situazione è da prendere molto sul serio anche in caso di disuria, cioè assenza di urina per 12 ore.

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