Quale origine per la malattia di Parkinson, enterica o cerebrale?

Quale origine per la malattia di Parkinson, enterica o cerebrale?
Quale origine per la malattia di Parkinson, enterica o cerebrale?
-

La malattia di Parkinson presenta grandi variazioni tra i pazienti. Sono stati proposti diversi tipi di classificazione, alcuni basati sui sintomi motori, altri sulla diffusione e distribuzione della sinucleina post mortem, altri ancora basati su dati di imaging (in particolare denervazione simpatica cardiaca alla diagnosi). Per riconciliare questi diversi modelli nella stessa realtà clinica, è emerso un nuovo modello basato sul sito originale dei depositi di sinucleina (sistema nervoso centrale o enterico). Questo modello si basa sull’ipotesi che la formazione degli aggregati di alfa-sinucleina inizierebbe prima nel cervello (prima il cervellobulbo olfattivo o amigdala) unilateralmente e si diffonderebbe poi nell’altro emisfero, o prima nel sistema nervoso periferico (prima il corposistema nervoso enterico) si diffonde poi in modo ascendente attraverso il sistema nervoso autonomo e il tronco cerebrale fino al cervello, i due modelli convergendo con l’evoluzione della malattia.

Cosa dicono gli studi di imaging

Nel modello innanzitutto il cervellogli studi di imaging presuppongono che, di origine cerebrale, il danno ai circuiti dopaminergici sia inizialmente asimmetrico e che non vi sia denervazione simpatica cardiaca, mentre il modello prima il corpo suggerisce al contrario una riduzione dell’innervazione simpatica cardiaca e una simmetria del danno dopaminergico centrale. Gli studi di imaging mostrano che entrambe le origini innanzitutto il cervello E prima il corpo esistono a seconda dei pazienti, con dati in accordo con le previsioni dei due modelli.

I dati clinici supportano il modello prima il cervello/prima il corpo

I disturbi comportamentali del sonno REM potrebbero essere stati associati al danno del ponte. Si verificano prima del danno alla substantia nigra che contiene i neuroni dopaminergici deputati alla coordinazione dei movimenti, e quindi prima della comparsa di sintomi motori sotto forma di prima il corpo e poi nel modulo innanzitutto il cervello. Questi disturbi sono quindi considerati forti, anche se non assoluti, marcatori di una forma o dell’altra della malattia, ma richiedono l’implementazione di una video-polisonnografia o almeno di un questionario per lo screening dei disturbi del sonno REM. Grazie all’utilizzo di questo tipo di questionari negli studi clinici, i disturbi comportamentali nel sonno REM sono stati associati a disfunzione del sistema nervoso autonomo (stitichezza in particolare), declino cognitivo, sintomi neuropsichiatrici (depressione, allucinazioni) e una minore asimmetria del sonno. danno al sistema dopaminergico nell’imaging, in accordo con un sottotipo prima il corpo della malattia.

Questo sottotipo sembra essere associato anche a perdita dell’olfatto, ipotensione ortostatica, disfunzione erettile o urinaria, deficit cognitivo globale e una progressione più rapida della malattia.

Inoltre, il rilevamento di aggregati di alfa-sinucleina nei tessuti periferici (pelle) e forse anche nelle feci, soggetto a validazione, nonché a studi post mortem, potrebbe essere correlato con la presenza di disturbi comportamentali del sonno REM, stitichezza e declino cognitivo, coerente con il modello prima il cervello/prima il corpo. Continua…

-

PREV Particelle nello sperma, nel sangue… Gli esseri umani si stanno trasformando in plastica?
NEXT L’Inserm pubblica competenze collettive sulle disabilità multiple