Gengive sane per un cervello sano

Gengive sane per un cervello sano
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Pochi studi hanno valutato l’incidenza della parodontite in Francia e in Europa. Ma secondo uno studio trasversale del 2007, colpisce circa la metà della popolazione francese e appare più frequente tra gli anziani (fino al 60% degli over 55). Tuttavia solo il 25% della popolazione interessata riceverebbe un trattamento adeguato. Al di là del rischio di perdita dei denti in stadio avanzato, l’infiammazione cronica parodontale potrebbe avere un effetto sistemico e in particolare costituire un fattore di rischio per malattie cerebrovascolari o neurodegenerative. Per valutare questo rischio, un gruppo di lavoro della Società Spagnola di Parodontologia (SEPA) e della Società Spagnola di Neurologia (SEN) ha intrapreso una revisione della letteratura fino al 2021.

Parodontite associata ad aumentato rischio di ictus ischemico

Secondo una meta-analisi di studi epidemiologici longitudinali, i pazienti affetti da parodontite hanno un rischio di ictus ischemico 2,8 volte maggiore rispetto ai soggetti non affetti. Aumenta anche il rischio di morte o di scarsi risultati funzionali a seguito dell’ictus, così come quello di disturbi neurologici e di depressione post-ictus. Il rischio di recidiva potrebbe anche essere maggiore (livello di evidenza più limitato).

Parodontite e rischio di demenza

Numerosi studi sulla popolazione hanno chiaramente stabilito un’associazione tra l’esistenza della parodontite e una riduzione delle prestazioni cognitive. In particolare, il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer è 1,7 volte più elevato nei soggetti affetti da parodontite rispetto a quelli privi di malattia. E questa associazione sembra bidirezionale poiché anche i soggetti con disturbi cognitivi hanno un rischio maggiore di parodontite rispetto ai soggetti senza questo tipo di disturbo.

L’importanza dei controlli dentistici regolari

L’effetto del trattamento parodontale su uno qualsiasi di questi rischi neurologici (ictus, demenza) non è stato valutato in studi clinici, ma diversi studi osservazionali hanno riportato una riduzione del rischio di ictus ischemico o emorragico legato ad interventi orali, in particolare con controlli regolari -UPS. Altri hanno osservato una riduzione del rischio di demenza e di atrofia cerebrale legata all’attuazione della profilassi o del trattamento parodontale. Studi di popolazione hanno dimostrato anche l’effetto protettivo di un controllo odontoiatrico, almeno una volta all’anno, sul rischio di sviluppare in futuro demenza. Tuttavia, l’effetto di tali misure nella prevenzione secondaria non è stato valutato.

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