Dopo l’incriminazione del suo presidente, una comunità urbana è precipitata in una situazione improbabile

Dopo l’incriminazione del suo presidente, una comunità urbana è precipitata in una situazione improbabile
Dopo l’incriminazione del suo presidente, una comunità urbana è precipitata in una situazione improbabile
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La situazione nell’agglomerato di Gaillac-Graulhet (Tarn) sembra improbabile. Paul Salvador, il presidente incriminato per corruzione, non può più sedersi ed entrare in contatto con alcuni dei suoi collaboratori. Una situazione senza precedenti che richiede l’attuazione di misure affinché possa continuare a esercitare le sue funzioni.

Il 31 maggio Paul Salvador, presidente dell’agglomerato Gaillac-Graulhet, nel Tarn, è stato incriminato per corruzione, occultamento di interessi illeciti, favoritismo e dichiarazioni false o fuorvianti al pubblico. Alta Autorità per la Trasparenza della Vita Pubblica (HATVP) in un caso di vendita di suolo pubblico.

A seguito di questo atto d’accusa, il presidente non può più recarsi alla sede dell’istituto pubblico di cooperazione intercomunale (EPCI) a Técou. Ma non è tutto, Paul Salvador non riesce a mettersi in contatto con Paul Boulvrais, il vicepresidente responsabile degli affari legali. Né con il Direttore Generale dei Servizi (DGS). Quest’ultimo, capo dell’amministrazione, nel gennaio 2024 ha presentato una denuncia alla Procura di Albi su possibili crimini commessi all’interno della comunità, che potrebbero preoccupare il presidente Paul Salvador.

Un divieto di contatto unidirezionale. Infatti, il direttore generale dei servizi e il vicepresidente incaricato degli affari legali possono inviare corrispondenza, appunti o e-mail al presidente, che non potrà rispondere.

Anche se Paul Salvador resta presunto innocente, queste misure restrittive non hanno precedenti per la città che deve continuare a operare in condizioni specifiche.

In una e-mail indirizzata ai consiglieri comunitari in carica, Paul Boulvrais parla di diversi incontri durante i quali sono stati richiesti chiarimenti sulla situazione. “Si chiedeva che la posizione da me espressa riguardo alle conseguenze della messa sotto controllo giudiziario del presidente Paul Salvador, in particolare sulla sua capacità giuridica di esercitare il suo mandato a causa del divieto di presentarsi presso la sede della Comunità di “conurbazione” e di avere contatti con il direttore generale dei servizi oltre che con me stesso, essere verificato con precisione da un avvocato”, possiamo leggere in questa email del 24 giugno.

A seguito di tale richiesta, la risposta dello studio legale è chiara: “Nonostante il loro carattere molto incisivo, le misure legali adottate contro il presidente Salvador non creano una situazione di impedimento. (…) Per fare ciò sono possibili adeguamenti nell’organizzazione istituzionale e quotidiana, nel rispetto delle misure legali e nel rispetto delle prerogative del attori interessati, vale a dire il DGS e lei.” (Nota della redazione: Paul Boulvrais, il vicepresidente a cui è indirizzata la lettera)

In questa nota vengono fornite diverse soluzioni concrete, in particolare riguardo all’impossibilità per il presidente di recarsi presso la sede dell’EPCI e partecipare alle riunioni dell’ufficio esecutivo. “Per queste riunioni, il 1° vicepresidente presiede la riunione, il presidente si dichiara impossibilitato a presenziare alla riunione, oppure il presidente partecipa in videoconferenza, ma né la DGS né lei stessa (N.d.R.: il vicepresidente al quale è indirizzata la lettera) non può partecipare.”

Così, in otto pagine, l’avvocato illustra diverse possibili misure per porre rimedio alle difficoltà. Contattato, Paul Boulvrais non ha voluto rispondere a questo argomento. In seguito a questa vicenda, il presidente è stato privato della delega alla vicepresidenza responsabile del Turismo all’interno del dicastero. Il presidente avrebbe annunciato, secondo i nostri colleghi della Dépêche, di volerlo ancora “per svolgere fino in fondo il suo mandato”.

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