Avignone in Festival. Triste figura per il Chisciotte di Gwenaël Morin

Avignone in Festival. Triste figura per il Chisciotte di Gwenaël Morin
Avignone in Festival. Triste figura per il Chisciotte di Gwenaël Morin
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Una figura triste per il Chisciotte di Gwenaël Morin…

C’è Jeanne Balibar, magnifica nei panni di Don Chisciotte della Mancia, sublime eroina picaresca. C’è anche Marie-Noëlle Genod che ritrae il suo monte Ronzinante, infatti l’artista ci serve più come narratrice, non senza umorismo, per non perderci nella grande avventura dell’hidalgo. C’è Thierry Dupont in Sancho Panza a cui non è stato concesso molto spazio, almeno la sera della prima. C’è il regista, Gwenaël Morin, che dal 2023 e per quattro anni propone di “smantellare i bastioni per finire il ponte” nel ruolo dell’asino che porta il carico, ah no, quella sera non c’era il giardino, peccato… Ma c’è Jeanne Balibar a incarnare l’ideale cavalleresco con il suo scudo e il suo elmo di cartone e il suo grande bastone di legno… e poi Dulcinée, la dama che è solo nei suoi pensieri.

Si addormenta a sinistra, a destra, ride qualche volta qua e là, ma resta un po’ piatto. Eppure avremmo voluto partire con il cavaliere dalla faccia triste, ma siamo rimasti al molo nonostante Jeanne Balibar e il suo immenso talento.

Quindi sì, è una bella sorpresa quando c’è interazione con il pubblico, quando Don Chisciotte combatte contro i giganti o quando esprime la sua divorante passione per i libri. Ma non basta, almeno quella sera… ma… c’è Jeanne Balibar!

Chisciotte di Gwenaël Morin alla Maison Jean-Vilar (Giardino di rue de Mons).

Fino al 20 luglio. Uscite 9 e 2 alle 22:00

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