Abbigliamento outdoor (2/2): l’onnipresenza degli inquinanti eterni

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Tra i nostri vicini britannici, l’organizzazione dei consumatori Consumatore etico
ha pubblicato uno studio sull’impatto ambientale, animale e umano dei nostri vestiti. A cuore questioni, sostanze per- o polifluorurate, conosciute con gli acronimi di PFC o PFAS, utilizzato nei nostri vestiti, scarpe e tendee soprannominati “inquinanti eterni”.

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© Nicolas Vaillant

Prodotti chimici efficaci ma pericolosi

I PFC sono una famiglia di diverse migliaia di sostanze chimiche industriali dannose; sono designati come uno dei sei gas serra ai sensi del protocollo di Kyoto. Ampiamente utilizzato fin dagli anni ’50, lo dimostrano pericoloso per la salute (rischio di cancro, disturbi del sistema immunitario, del sistema neurologico, della fertilità, ecc.) e l’ambiente (contaminazione del suolo, dell’acqua, perturbazione degli ecosistemi, ecc.).

Eppure lo troviamo ovunque, anche nei nostri vestiti. “Più del 99% delle persone testate hanno PFC nel sangue”, scrive Consumatore etico nel suo studio; compresi i bambini dalla nascita.

Se i PFC sono onnipresenti nell’industria tessile di montagna è perché sono efficaci nell’impermeabilizzare e nel disperdere il sudore nelle giacche, negli scarponi da trekking e nelle tende. Intervengono in due casi principali: o come a membrana che agisce come una sottile pelle inglobata tra i diversi strati di tessuto; o come a Rivestimento oppure una finitura che garantisca la non penetrazione di acqua e sporco.

La maggior parte delle giacche impermeabili e traspiranti contiene una sottile membrana PFTE (nota come “Teflon”). Tuttavia, il marchio Gore-Tex si è impegnato a eliminare quelli che definisce “PFC di interesse ambientale” (PTFE-EC) entro la fine del 2025, mantenendo l’uso del PFTE per la gamma pro. Questa molecola, infatti, non è considerata “pericolosa” in senso stretto perché difficilmente è presente nel corpo umano. D’altro canto, è proprio la produzione e l’incenerimento di indumenti contenenti PFTE che questa può essere compromessa, con un potenziale rilascio di PFC pericolosi.

Questi prodotti sono molto utilizzati anche per le scarpe quando si applicano cuciture, lacci, ecc. Si noti che le sostanze chimiche, se vengono rilasciate principalmente durante il processo di fabbricazione dell’indumento o del materiale, vengono rilasciate anche durante il loro utilizzo o smaltimento.

Marche con più o meno PFC

Lo studio diConsumatore etico offre valutazioni sui marchi che utilizzano più o meno PFC, oltre ad alcuni consigli sulla cura degli indumenti che non li contengono. Nello specifico, i tessuti con rivestimenti impermeabili DWR senza PFC devono essere lavati e reimpermeabilizzati più spesso.

Risultato: pochissime aziende riescono a sfuggire alla dipendenza da queste sostanze chimiche e la maggior parte non ha ben chiaro l’uso dei PFC. In totale, su 27 aziende elencate dallo studio, solo 5 hanno smesso di utilizzarli, inclusa Fjällräven. Altri hanno fissato una data limite per eliminare gradualmente questi usi: Patagonia mira a rimuovere l’8% dei PFC rimasti entro il 2025, lo stesso per Vaude, dove solo il 12% delle tende contiene PFC.

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Viaggio legislativo

A livello normativo, nel gennaio 2023 è stato compiuto un passo avanti con una proposta di legge europea su iniziativa di cinque paesi (Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia) per vietare più di 10.000 sostanze chimiche persistenti. Poco dopo, in Francia è stato lanciato un piano d’azione sui PFC, a seguito del quale l’Assemblea nazionale ha presentato lo scorso aprile un disegno di legge per proteggere la popolazione dagli effetti dei PFC.

Consiste nel vietare, a partire da gennaio 2026, la fabbricazione, l’importazione e l’immissione sul mercato di prodotti contenenti PFC nel settore dei cosmetici, delle cere, dell’abbigliamento e delle scarpe, con particolare riguardo alla loro impermeabilità (ad eccezione di vigili del fuoco e soldati). Il 30 maggio 2024 il Senato ha adottato all’unanimità il disegno di legge in prima lettura, con modifiche. Resta la seconda lettura dell’Assemblea nazionale, sospesa dopo il suo recente scioglimento.

Sebbene il tema abbia cominciato ad emergere, questi “eterni inquinanti” rimangono onnipresenti nelle nostre vite e nel nostro ambiente.

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Lagoped, l’esempio francese

Il marchio francese Lagoped, impegnato nella lotta contro l’utilizzo dei PFC nell’industria tessile, propone in alternativa la membrana Sympatex. Realizzata in poliestere, questa membrana sembra avere prestazioni equivalenti a quelle del PFC in termini di impermeabilità, traspirabilità e impermeabilità. Questi prodotti a base Sympatex hanno il vantaggio di essere completamente riciclabili e rispettosi dell’ambiente.

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