Aggressione a un ciclista a Bruxelles: “Da allora si sono osservati tre tipi di reazioni completamente in superficie”

Aggressione a un ciclista a Bruxelles: “Da allora si sono osservati tre tipi di reazioni completamente in superficie”
Aggressione a un ciclista a Bruxelles: “Da allora si sono osservati tre tipi di reazioni completamente in superficie”
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Nella sua forte reazione, l’associazione dei ciclisti comincia col rispiegare quanto accaduto. “La testimonianza ci informa sulle circostanze dell’accaduto: l’automobilista ha violato il codice della strada una prima volta sorpassando il ciclista su una pista ciclabile, una seconda volta sorpassandolo così da vicino da provocare la caduta del ciclista che, nel con un movimento riflesso, colpisce il veicolo con la mano. L’automobilista ha poi fermato il veicolo, è sceso e ha pugnalato la vittima alla gola. Mordi e fuggi per l’aggressore, sei punti per la vittima.”

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GRACQ denuncia poi le reazioni degli internauti in seguito a questo incidente. “Si sarebbe tentati di credere che questa storia sia piuttosto manichea: una vittima da una parte, un aggressore dall’altra. Eppure, di fronte a questo scenario che dovrebbe dar luogo ad una condanna unilaterale nei confronti del conducente, si osservano tre tipi di reazioni del tutto fuori luogo”.

L’associazione dettaglia poi le reazioni che ritiene inappropriate. “Tra le reazioni osservate, molte persone suggeriscono che la vittima sia sicuramente responsabile di ciò che le è accaduto. In psicologia sociale questo meccanismo è noto: poniamo un filtro interpretativo su un evento in particolare per rassicurarci sulla nostra convinzione di vivere in un mondo giusto. In un mondo giusto, le persone ottengono ciò che meritano. Seguendo questo schema di pensiero, queste persone fantasticano che il ciclista stesso debba aver causato questa situazione”.

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“È colpa dei miglioramenti stradali”

Altre persone, secondo GRACQ, riconoscono le colpe dell’automobilista ma cercano di giustificarle incriminando il comportamento dell’intera comunità ciclistica. “Con ragionamenti del tipo ‘I ciclisti non rispettano il codice, non c’è da stupirsi che si arrivi a questo’”.

L’associazione denuncia inoltre il fatto che gli internauti, “per non denunciare l’inaccettabile”arrivano al punto di cercare colpevoli esterni nella situazione. “Se questo atto è stato commesso, dicono, è perché abbiamo ‘messo gli utenti gli uni contro gli altri’. Capite: è colpa delle misure prese per mettere in sicurezza i ciclisti se vengono aggrediti. Denunciando un Piano del traffico di cui probabilmente conoscono solo il nome, probabilmente non sanno che questo tipo di comportamento sulle strade non è affatto una novità. La violenza alla guida è stata studiata dalla fine degli anni ’60 ed è strettamente legata alla potenza dell’auto. Ma il concetto di potere è sempre stato il messaggio principale dei venditori di automobili”.

Arrabbiato, GRACQ chiede a “un altro modello di mobilità, che non si basa più sul potere ma sul rispetto degli altri, in particolare dei più vulnerabili”. Lo chiede anche l’associazione “Giustizia ferma di fronte a comportamenti pericolosi, violenti e aggressivi sulla strada” e un “miglior moderazione dei social media”, soprattutto da parte dei media che riportano questo tipo di fatti. Lo precisa infine “Abbiamo bisogno di cittadini ancora capaci di mostrare empatia e discernimento di fronte a una situazione di violenza”.

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