Anouk Aimée, morta a 92 anni, incarnava la bellezza e la passione francese

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Diventata attrice giovanissima quando intendeva ballare, è diventata famosa con film come Lola di Jacques Demy, Otto e mezzo di Federico Fellini, Una sera un treno di André Delvaux, Giustina di George Cukor, L’appuntamento di Sydney Lumet, Il mio primo amore di Elie Chouraqui, Pronto da indossare di Robert Altman e una moltitudine di film di Claude Lelouch (Vivere per vivere, Viva la vie, Ci sono giorni e lune, Uomini, donne: istruzioni per l’uso…). Con una nomination all’Oscar (per Un uomo e una donna), un premio di recitazione a Cannes (Il salto nel vuoto) e un César onorario. Onori che ha accolto con modestia: “Non ho mai fatto una composizione completa. C’è sempre una parte di me nei miei ruoli”.

L’ultimo lungometraggio di Anouk Aimée: Gli anni più belli di una vita, terza parte di Un uomo e una donna. © Metropolitan FilmExport

Se il suo nome è entrato nelle enciclopedie del cinema lo deve a Jacques Prévert. Sebbene il suo nome fosse Nicole Dreyfus, le consigliò di cambiarlo. Ha scelto Anouk, il primo nome del suo primo ruolo (in La casa sotto il mare 1946) e il poeta suggerisce di associarvi Aimée, in omaggio alla sua capacità di attirare immediatamente l’affetto.

Nel corso della sua carriera, ha incarnato l’eleganza e la bellezza francese, nonché la passione romantica. Si sposò quattro volte (Edouard Zimmermann, Nikos Papatakis, Pierre Barouh e Albert Finney) ma avrebbe fatto girare la testa a tutta Hollywood, con star come Warren Beatty o Omar Sharif. Ma è ancora il suo regista preferito (“Non ho mai avuto una storia d’amore con Claude Lelouch”) che ha trovato il titolo che lo riassumeva meglio: Uno per tutti.

Con lei scompare una vera leggenda della settima arte.

Anouk Aimée e Jean-Louis Trintignant al 39° Festival di Cannes, nel maggio 1986, vent’anni dopo “Un uomo e una donna”. ©AFP

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