Tempi brutti per l’ex presidente centrafricano François BOZIZÉ, che dopo anni di fuga aveva trovato rifugio in Guinea Bissau. Mentre a Bissau era atteso il nuovo presidente senegalese Bassirou Diomaye FAYE, il 30 aprile il Tribunale penale speciale centrafricano ha emesso un mandato d’arresto internazionale contro l’ex uomo forte di Bangui.
Sempre secondo il mandato d’arresto, i reati sono stati commessi dalla guardia presidenziale dell’ex presidente e da altre forze e servizi di sicurezza interna, nella prigione civile e nel centro di addestramento militare della città di Bossembélé situata nella zona di Ombella-M’. Prefettura di Poko, 160 km a nord di Bangui.
“L’indagine che ha portato all’emissione del mandato d’arresto internazionale è stata aperta il 4 marzo 2021”, si legge nel comunicato.
“Le indagini effettuate e il controllo incrociato delle informazioni raccolte hanno portato l’ufficio investigativo a concludere che esistevano indizi seri e coerenti contro l’ex presidente François Bozizé Yangouvonda”, prosegue il testo.
Nel comunicato si precisa che tali indicazioni sono idonee a far sorgere responsabilità penale individualmente e/o congiuntamente, con altre persone ed anche nella sua qualità di superiore gerarchico e capo militare.
La Coalizione dei Patrioti per il Cambiamento (CPC, alleanza di gruppi ribelli di cui Bozizé ha preso le redini nel marzo 2021), non ha ancora reagito a questo mandato di arresto internazionale.
François Bozizé è stato rovesciato da un colpo di stato di Michel Djotodia il 24 marzo 2013. Oggi, a capo di una delle principali ribellioni centrafricane, è esiliato in Guinea Bissau.
La Corte penale speciale (SCC) è stata creata nel giugno 2015 per processare gli autori dei crimini più gravi, tra cui crimini di guerra, crimini contro l’umanità e crimini di genocidio, perpetrati nella Repubblica centrafricana.
