Perché Vladimir Putin è il grande vincitore della guerra di Gaza

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Il presidente russo Vladimir Putin a Mosca, Russia, il 25 aprile 2024. ALESSANDRO KAZAKOV / AP

VSÈ passato un quarto di secolo da quando Vladimir Putin ha approfittato degli errori degli Stati Uniti in Medio Oriente per ricostruire metodicamente il potere del suo Paese in questa regione, ma anche in Europa. Il presidente russo, quindi, dal 2001, ha giustificato la sua feroce repressione del nazionalismo ceceno associandolo alla “guerra globale al terrorismo” di George W. Bush.

Dieci anni dopo, ha lanciato la sua “guerra al terrore” contro la rivoluzione siriana con il sostegno della Repubblica islamica dell’Iran. Quando Barack Obama si rifiutò, nel 2013, di colpire Bashar Al-Assad, nonostante i bombardamenti chimici su Damasco, il padrone del Cremlino capì che avrebbe potuto, sei mesi dopo, passare all’offensiva contro l’Ucraina, prima annettendo la Crimea, poi alimentando la guerra nel Donbass.

Quando Putin ha deciso di intervenire direttamente in Siria nel 2015, ha approfondito la collaborazione con l’Iran, in particolare in termini di droni, collaborazione che gli è stata preziosa nel 2022, durante l’invasione generale dell’Ucraina. Le tecniche di guerra sviluppate e rese comuni in Siria sono devastanti anche in Ucraina.

Neutralizzare Netanyahu senza scoraggiare l’Iran

Eppure i leader occidentali hanno continuato a trattare l’Europa e il Medio Oriente come due teatri ben distinti, anche se Putin sapeva così abilmente come giocare su entrambi i fronti.

Washington non ha reagito nemmeno alla trappola che ha finito per chiudersi sul confine settentrionale di Israele: Benjamin Netanyahu era infatti convinto che solo Mosca potesse arginare l’interventismo di Teheran in Siria, prima di rendersi conto, ma troppo tardi, che Israele doveva agire direttamente e dipendeva ormai da Israele. Approvazione russa per effettuare tali attacchi. Questa vulnerabilità senza precedenti di Israele spiega, dal 2022, la sua assenza di qualsiasi sostegno militare all’Ucraina, nonostante le pressanti richieste di Kiev di fronte alle ondate di bombardamenti russi sulle infrastrutture civili da parte di droni di fabbricazione iraniana.

Tuttavia, ciò non ha impedito a Volodymyr Zelenskyj di mostrare incrollabile solidarietà a Israele il 7 ottobre 2023, dopo gli attacchi di Hamas. Ma Netanyahu ha poi rifiutato di accoglierlo, per non turbare, ancora una volta, Putin. Il primo ministro israeliano inoltre non ha dissuaso i suoi alleati “sionisti cristiani” nel Congresso americano dal continuare a bloccare gli aiuti all’Ucraina, votando invece per un’assistenza eccezionale a Israele. L’esercito russo ha tratto grande beneficio da questo blocco di sei mesi, intensificando la pressione sull’Ucraina su tutti i fronti.

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