BFM-TV si trova ad affrontare un’ondata di partenze senza precedenti

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Nicolas de Tavernost, allora capo del gruppo M6, oggi presidente di BFM-TV e RMC, all’Eliseo, 16 febbraio 2023. LUDOVIC MARIN/AFP

È stato un lunedì divertente, 14 ottobre, su BFM-TV. Un rientro dal fine settimana emotivamente turbato per la redazione del telegiornale, scossa da due fatti di cronaca interni tanto piacevoli per l’uno quanto preoccupanti per l’altro. Da un lato, l’orgoglio di aver vinto sabato sera due premi al Premio dei Corrispondenti di Guerra di Bayeux Normandia-Calvados, tra cui il primo premio nella categoria Televisione di Grande Formato, per il programma Linea rossa e il rapporto “Gaza, fuggi dall’inferno”prodotto dal giornalista di Gaza Rami Abou Jamous e dai suoi colleghi francesi Fabrice Babin e Bertrand Séguier. D’altronde ci sono state lacrime quando Philippe Corbé, il direttore editoriale, ha confermato quanto Il parigino aveva scritto il giorno prima: la sua partenza nel fine settimana, dopo quattro anni nella casa, di cui un anno e mezzo alla guida della redazione.

Questo ex dipendente della RTL, molto amato dalle squadre, non è né il primo né l’unico ad andarsene. Anche il suo vice Nicolas Marut ha annunciato lunedì mattina la sua prossima partenza. Durante la giornata, è stata quella del vicedirettore dell’informazione digitale di BFM e RMC, Julien Mielcarek, a confermarsi in un contesto di mancanza di prospettiva sulla strategia digitale (BFM, che conta 20 milioni di abbonati sulle piattaforme, ha ha appena lanciato BFM 2, un canale digitale al 100%). Sul piano interno, l’elenco dei nomi dei titolari, già in vigore o ancora ufficioso, ha aggiunto lunedì il sentimento di “scioglimento” descritto dai testimoni.

“La clausola di cessione apertasi con l’acquisizione di BFM da parte di CMA CGM crea un’opportunità che alcuni stanno cogliendo, è la vita normale di un’azienda”travolge Nicolas de Tavernost, presidente di BFM-TV e RMC. L’ex capo del M6 non ha smesso di dirlo: avrebbe fatto bene a rinunciare a tutte queste partenze, a cominciare da quella del 2 luglio di Arthur Dreyfuss, presidente di Altice France, che ha sostituito all’ultimo momento, e di quelle dell’ex leader Hervé Béroud e Marc-Olivier Fogiel, annunciato pochi giorni dopo e in vigore dall’inizio di ottobre.

Un saggio sulla riserva

Il duo succeduto, formato da Jean-Philippe Baille, ex direttore delle notizie di Radio France e Fabien Namias, ex vicedirettore generale di LCI, si trova di fronte a una redazione ancora indecisa, in attesa di una strategia editoriale chiara che possa convincerla. “Mi rammarico delle decisioni di Philippe Corbé e Nicolas Marut, che hanno svolto un lavoro notevole e sui quali intendevo contare, assicura, fatalisticamente, il signor Namias. Ma con la clausola di cessione ci sono partenze e ce ne saranno altre” entro il 31 maggio, data in cui cesserà questa disposizione che consente di lasciare una redazione in condizioni simili a quelle del licenziamento, anticipa.

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