Londra (awp/afp) – Il dollaro appare contrastato martedì dopo che la stampa ha riferito che il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump prenderebbe in considerazione un aumento “graduale” dei dazi doganali.
Intorno alle 11:05, la valuta americana ha ceduto lo 0,15% contro l’euro, a 1,0261 dollari, dopo aver raggiunto lunedì un nuovo massimo da novembre 2022 contro la valuta europea, a 1,0178 dollari.
Il biglietto verde, invece, si è apprezzato dello 0,17% contro la valuta britannica, a 1,2181 dollari per sterlina, dopo essere salito il giorno prima a un nuovo massimo da novembre 2023 contro la sterlina, a 1,2100 dollari.
“L’attenzione del mercato si è spostata ieri sera sulla politica commerciale americana”, dopo “la pubblicazione di un articolo su Bloomberg secondo cui il team economico di Donald Trump discuterebbe di un ‘approccio graduale’ all'”aumento dei dazi doganali”, sintetizzano gli analisti della Deutsche Bank.
L’articolo menziona un aumento delle tariffe doganali dal 2 al 5% al mese.
Sebbene tali aumenti siano “non banali”, il mercato si è concentrato sul loro potenziale “graduale e progressivo”, notano gli esperti di Deutsche Bank.
Durante la campagna presidenziale americana, Donald Trump ha dichiarato di voler imporre dazi doganali dal 10 al 20% su tutti i prodotti che entrano negli Stati Uniti e addirittura fino al 60% o addirittura al 100% su quelli provenienti dalla Cina.
Nel prosieguo della sessione, gli investitori rimarranno attenti all’indice dei prezzi alla produzione PPI di dicembre negli Stati Uniti e alla pubblicazione da parte del Tesoro del budget americano per il 1° trimestre 2025.
Soprattutto, tutti gli occhi sono puntati sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) per dicembre negli Stati Uniti, previsto mercoledì, lo stesso giorno dell’inflazione nel Regno Unito e in diversi paesi europei, tra cui la Francia.
“Cifre sull’inflazione più forti del previsto” negli Stati Uniti possono “sostenere il dollaro”, ricorda Ipek Ozkardeskaya, analista della Swissquote Bank, ritardando ulteriormente il calendario dei tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve (Fed).
In questa fase, il mercato non si aspetta che la banca centrale americana tagli i tassi prima di maggio o giugno, a causa del forte mercato del lavoro e delle prospettive di politiche inflazionistiche pianificate da Donald Trump.
Cours de mardi Cours de lundi 10H05 GMT 22H00 GMT EUR/USD 1,0261 1,0245 EUR/JPY 162,04 161,34 EUR/CHF 0,9397 0,9394 EUR/GBP 0,8424 0,8396 USD/JPY 157,91 157,48 USD/CHF 0,9158 0,9170 GBP/USD 1,2181 1,2202
afp/jh