“La classe politica non sta uccidendo il dialogo democratico? »

“La classe politica non sta uccidendo il dialogo democratico? »
“La classe politica non sta uccidendo il dialogo democratico? »
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Ecco alcune invettive che desideri: nazisti di sinistra, populisti di destra, antisemiti, genocidari, terroristi, islamo-sinistra, neocolonialisti, fascisti di estrema sinistra e di estrema destra, xenofobi, razzisti, antirepubblicani, apprendisti stregoni dello scioglimento…

Il mondo politico non lesina parole ed espressioni per squalificare l’avversario, renderlo inaccessibile e in un certo modo abbassare le basi della nostra Repubblica. Gli eccessi del dibattito pubblico si aggravano con l’avvicinarsi delle elezioni legislative.

Secondo alcuni, più del 50% degli elettori voterebbe per gli estremi, a destra e a sinistra. Secondo alcuni la Francia è diventata antisemita, islamofoba, populista. Secondo i sondaggi, oltre il 40% dei cattolici praticanti è favorevole alle idee difese dall’estrema destra.

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Solo al centro dello schieramento politico troveremmo i repubblicani autentici, formati dalle forze che sostengono ancora Emmanuel Macron, ma che rappresentano solo il 14% degli elettori alle elezioni europee, socialisti, comunisti ed ecologisti per circa il 21% dei voti , solo la metà dei repubblicani di destra ottiene il 3,5% dei voti. Secondo i risultati delle elezioni europee, solo il 40% circa degli elettori francesi sosterrebbe i movimenti repubblicani.

Trova il dialogo

Con un simile approccio, dotati di una tale visione, come possiamo difendere la democrazia e i valori solitamente ad essa legati? Come possiamo continuare a parlarci senza insultare il futuro? Come trovare la strada verso la fraternità, uno dei tre valori fondanti della nostra Repubblica?

Il dibattito politico non si è spinto un po’ troppo oltre, facendo leva sulle paure e sui sentimenti che l’avversario potrebbe suscitare? Il vocabolario politico, potenziato dalla comunicazione politica e dalle piccole frasi che l’accompagnano, non è sempre più al passo con la realtà? La classe politica non sta forse uccidendo il dialogo necessario alla democrazia?

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Forse dovremmo ritornare alla ragione, provare a parlarci di nuovo, a costruire insieme invece di far funzionare in ogni circostanza la macchina dell’esclusione. E soprattutto cercare di trovare parole che si avvicinino alla realtà per lasciarsi alle spalle invettive e stigmatizzazioni a tutti i costi.

Odio e demagogia

Sì, Emmanuel Macron ha commesso degli errori da quando è diventato Presidente della Repubblica, ma nulla può giustificare tanto odio nei suoi confronti. La disoccupazione è diminuita ma i conti pubblici sono peggiorati. Per quanto riguarda il Raggruppamento Nazionale (RN), è vero che il suo discorso si è ammorbidito, che rispetta il gioco democratico partecipando alle elezioni, anche se possiamo ancora avere dubbi sulle sue reali intenzioni in termini di identità, una volta al potere. Per quanto riguarda La France insoumise (LFI), si vede chiaramente che il suo leader Jean-Luc Mélenchon si è perso nel dibattito politico, soprattutto per ragioni elettorali. Tuttavia, la maggioranza delle truppe della LFI sono davvero sulla stessa linea?

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Per quanto riguarda i programmi politici propostici dai tre grandi blocchi politici presenti alle elezioni legislative del 30 giugno e 7 luglio, è impossibile prenderli sul serio. Sono stati sviluppati con urgenza. Nella maggior parte dei casi sono demagogici e, a vari livelli, privi di finanziamenti. Non si adattano alla situazione finanziaria della Francia, che da troppo tempo spende troppo. Non è togliendo ai “ricchi” che saremo in grado di ridistribuire molto di più alle classi lavoratrici e di aumentare il potere d’acquisto dei più indigenti. Il linguaggio della verità sarebbe che siamo d’accordo affinché le autorità pubbliche spendano meno e meglio, indirizzando la necessaria ridistribuzione verso coloro che ne hanno più bisogno.

Ripristina Ordine

Sul piano sovrano, a torto o a ragione, i francesi hanno la sensazione e alcuni sono convinti che l’autorità dello Stato e le regole decretate dalla nostra Repubblica siano violate. Sarebbe opportuno mettere ordine in Francia. Questa richiesta di autorità, di rispetto delle regole, tutti i movimenti politici devono sentire. Se non verrà data una risposta credibile in questo ambito, i francesi continueranno a sentirsi insicuri, il che non è positivo per la democrazia.

Il fatto che un Paese e ancor più un’area regionale come l’Unione Europea non possa più controllare i propri confini costituisce un grosso problema. Possiamo infatti difendere una società aperta, una società di scambio, una società di libera circolazione delle persone e delle merci. D’altra parte, questa gradita apertura difficilmente dovrebbe far rima con apertura a tutti i traffici, a tutti gli abusi, a tutte le manipolazioni. L’apertura non deve essere raggiunta a scapito della protezione delle persone e delle proprietà.

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Il problema dell’immigrazione, carburante essenziale per il voto per il Raggruppamento e la Riconquista Nazionale!, deve essere affrontato in questa prospettiva. Abbiamo interesse a beneficiare di un flusso migratorio continuo secondo le nostre esigenze economiche, senza saccheggiare le risorse umane dei paesi di partenza? Certamente sì. D’altro canto dovremmo accettare l’immigrazione clandestina come un male necessario? Certamente no. È da questa ambiguità sulle politiche da seguire che nascono le confluenze tra stranieri e delinquenza, stranieri e perdita di controllo sulla nostra futura identità.

Il dialogo ritrovato con tutti, qualunque sia la loro opinione politica, qualunque sia la loro provenienza, sulle questioni reali che strutturano il nostro futuro comune (apertura e protezione, rispetto delle regole, ecologia, ridistribuzione, ecc.) dovrebbe essere il principale fermento della nostra democrazia. È in gioco la nostra convivenza.

Troverai, non appena verranno pubblicati ufficialmente, i risultati del primo turno delle elezioni legislative del 2024 nella vostra circoscrizione elettorale.

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