La sentenza della Corte Suprema potrebbe risparmiare ai rivoltosi l’aggressione del 6 gennaio 2021

La sentenza della Corte Suprema potrebbe risparmiare ai rivoltosi l’aggressione del 6 gennaio 2021
La sentenza della Corte Suprema potrebbe risparmiare ai rivoltosi l’aggressione del 6 gennaio 2021
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Venerdì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha limitato la portata di una legge usata contro i sostenitori dell’ex presidente Donald Trump che hanno partecipato all’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, annullando un’accusa contro uno di loro.

Questa decisione potrebbe avere indirettamente conseguenze sul procedimento federale contro Donald Trump per tentativi illeciti di invertire i risultati delle elezioni del 2020 vinte da Joe Biden, poiché questa accusa rientra nei procedimenti contro di lui.

Ma anche questa procedura è sospesa in attesa che la Corte Suprema si pronunci – in linea di principio lunedì – sull’immunità penale che egli rivendica in quanto ex presidente.

In questo caso il dibattito riguardava l’applicazione all’assalto al Campidoglio, cioè il tentativo di ostacolare la certificazione da parte del Congresso dei risultati del voto presidenziale, dell’accusa di ostruzione ad un procedimento ufficiale.

La Corte, con una maggioranza di sei voti contro tre – cinque conservatori e un progressista contro un conservatore e due progressisti – ritiene che questa qualifica non possa applicarsi a Joseph Fischer, un ex agente di polizia, per le sue azioni del 6 gennaio 2021.

Per dimostrare la violazione della legge utilizzata in questo caso, l’accusa deve “dimostrare che l’imputato ha compromesso la disponibilità o l’integrità di atti, documenti o oggetti destinati ad essere utilizzati in un procedimento ufficiale”, ha scritto a nome della maggioranza il presidente della Camera. Corte, John Roberts.

Al contrario, nel suo parere di disaccordo, la giudice conservatrice Amy Coney Barrett, affiancata da due colleghi progressisti, critica la maggioranza per aver compiuto “contorsioni semantiche” per dare alla legge un’interpretazione più restrittiva di quella voluta, secondo lei, dal Congresso.

Il ministro della Giustizia Merrick Garland ha deplorato in un comunicato stampa questa decisione, che “limita un’importante legge federale” utilizzata dai suoi servizi per ritenere responsabili i principali autori del 6 gennaio 2021, “attacco senza precedenti contro il nostro sistema istituzionale”.

Ma ciò “avrà conseguenze solo su un numero limitato di casi”, secondo il ministero, precisando che delle oltre 1.400 persone accusate di aver partecipato all’assalto al Campidoglio, meno del 18% sono state perseguite o giudicate colpevoli di questa accusa .

Di questi, circa cinquanta sono stati condannati solo per questo reato e solo 27 stanno attualmente scontando una pena detentiva, secondo la stessa fonte.

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