Leggende e fantasmi dell’Occidente. Strani santi e luoghi maledetti nell’Ille-et-Vilaine

Leggende e fantasmi dell’Occidente. Strani santi e luoghi maledetti nell’Ille-et-Vilaine
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Tomba del “santo sacchetto”, cimitero del Nord, Rennes

Nel cimitero Nord, poco dopo la cappella neoclassica che domina il portico d’ingresso, si trova una tomba. Questa è la tomba del “santo sacchetto”. Chi è lei e perché questo termine “santa”? Per saperne di più su questo personaggio misterioso, fai un breve viaggio nel centro della città.

Nel cuore della vecchia Rennes, rue Vasselot, scivolate sotto l’antico portico lastricato della casa che ospitava l’ex convento del Carmes. Se l’edificio attuale risale al 1665, nel cortile era ubicata la cappella, eretta dal 1460 al 1480. Ospitava diversi enfeus (nicchie destinate ad accogliere una tomba) di famiglie ricche.

Durante la demolizione del 1798, vi fu ritrovato il corpo di Philippe-Hélène, marchesa di Coëtlogon, morta il 14 dicembre 1677. Aveva sposato nel 1643 il suo parente René, dal quale ebbe quattro figli. Nota a tutti come donna di grande pietà, benefattrice dei poveri, morta in odore di santità, di lei si parlò poco fino al 1798.

Nel 1776 Luigi XVI ordinò, per ragioni igieniche, il trasferimento dei cimiteri fuori città. Il Parlamento della Bretagna ha quindi deciso di creare una nuova necropoli di Rennes lontano dal centro. E, miracolosamente, durante la riesumazione dei corpi nella cappella carmelitana, furono ritrovati intatti i resti della marchesa, manifestazione del famoso fenomeno della “incorruttibilità fisica”. La reputazione di santità del defunto è quindi immediatamente stabilita.

La sua tomba era appena stata chiusa nel cimitero del Nord, il fervore popolare si impossessò del suo carattere, dando origine ad una tradizione che continua ancora oggi. Questo è un rituale di guarigione. Ai piedi della croce, il postulante, il parente del malato o il malato stesso, prende un po’ di terra e la infila in un “pochon” (termine locale per indicare borsa) di tela. Quest’ultimo viene posizionato sul collo del paziente. Dopo nove giorni di preghiera, il postulante porta la suddetta borsa sulla tomba della signora, e si compie il miracolo della guarigione.

La tomba di colei che venne presto chiamata la “santa borsa” è interamente ricoperta di edera, compresa la croce. È ancora popolare oggi. Tranne un dettaglio, i sacchetti di plastica hanno sostituito quelli di tela.

La tomba della ragazza Teillay, tra Bain-de-Bretagne e Martigné

A Teillay, la foresta ospita la “tomba della ragazza”, una tomba meglio conosciuta come la tomba di Sainte Pataude. Installato su un sentiero nel bosco, contrassegnato da una croce dipinta di rosso, è regolarmente fiorito, cosparso di offerte e decorato con maglie o abiti per bambini. Abiti appesi lì dalle madri che rendono omaggio al defunto che, si ritiene, possieda poteri protettivi. Aiuterebbe a combattere la sterilità e a scongiurare la febbre, la paralisi e tutti i tipi di malattie infantili.

Chi era Pataude? Nata a Tresboeuf (Ille-et-Vilaine), Marie Martin aveva probabilmente meno di 20 anni quando morì nel 1795. Il soprannome “patao” in gallo designava, durante la Rivoluzione, i repubblicani e i loro sostenitori. Un rapporto del commissario della direzione esecutiva rileva che Marie Martin ha riferito alla Guardia nazionale che una banda di Chouan si nascondeva nella foresta.

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Per rappresaglia alcuni afferrarono la sventurata, la legarono per i capelli alla coda di un cavallo e la trascinarono nel bosco dove le strapparono le unghie, le cavarono gli occhi, la violentarono e le tagliarono i seni. Poi l’hanno appesa ad una quercia e l’hanno finita con un colpo di pistola alla bocca. Il corpo è stato sepolto sul posto, sotto l’albero.

Sono avvenuti miracoli sulla tomba del santo repubblicano? Nessuno può dirlo con certezza, ma il luogo divenne un popolare luogo di preghiera. Una moltitudine di oggetti eterogenei ricoprono ancora la tomba ed è regolarmente mantenuta e decorata con fiori. Attenzione però a non far arrabbiare Pataude. Tre burloni che presumibilmente hanno rubato oggetti dalla sua tomba hanno subito la sua ira. Si sarebbe vendicata facendoli ammalare gravemente, fino alla restituzione dell’ultimo oggetto rubato.

La “casa del mattatoio”, Quelmer

Annidata in una piccola insenatura sabbiosa, la casa del traghettatore sembrava tranquilla. Nel 1790, il ponte sul fiume non esisteva ancora e fu un marinaio, Carré, che, dal piccolo scalo di alaggio situato a destra della casa, trasportava i viaggiatori da Saint-Malo a Dinard. Persone oneste e camminatori pacifici utilizzavano i suoi servizi. Lo cercavano anche contrabbandieri, disertori e altri immigrati clandestini. Fino ad allora nessuno si era mai trovato nei guai.

La baia dell’égorgerie, a Quelmer, sulle rive della Rance. | VECCHIA CARTOLINA
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La baia dell’égorgerie, a Quelmer, sulle rive della Rance. | VECCHIA CARTOLINA

Il posto era deserto e quindi perfettamente discreto. Una sera, però, Carré udì dei rumori sospetti nei pressi della stiva. In agguato nell’ombra, sorprese due uomini che trasportavano una borsa che sembrava contenere un corpo. Per vederli meglio si mosse verso di loro. Sfortunatamente per lui, i suoi visitatori notturni lo riconobbero…

Il giorno dopo, di prima mattina, un cliente bussò alla porta di Carré. Sorpreso di non aver ricevuto risposta, si guardò intorno nell’edificio. Nessuno. Si avviò verso la stiva. La barca del traghettatore era ancora lì. Finì per entrare in casa per poi uscirne due minuti dopo, inorridito, e precipitarsi ad avvertire gli uomini d’arme.

Anche se esperti, non riuscirono a trattenere un sussulto di terrore davanti allo spettacolo presentato loro nella sala comune. Carré, sua moglie e sei delle loro figlie giacevano a terra, bagnate del loro sangue. Gole tagliate! Il settimo bambino, nascosto sotto un letto, si salvò. Nessuno ha mai trovato i colpevoli. E la piccola spiaggia venne ribattezzata Anse de l’égorgerie.

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