Dietro il nome di Patty Laurent si svela poco a poco un intero universo: l’incontro

Dietro il nome di Patty Laurent si svela poco a poco un intero universo: l’incontro
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l’essenziale
Sotto gli angoli di Place Lafayette c’è un nuovo locale, non un negozio, ma un nome molto noto nella zona: Patty Laurent. E alle pareti della galleria, quadri di… Patty Laurent, ma anche di Marie Patty. E alla reception… sempre Patty Laurent.

Sempre vivace, sempre schietto, sempre pronto a spiegare un dipinto di Patty Laurent. Ma chi è lei? Sono Patty Laurent. È scesa dalle sue alture di Pujolais e dalla sua galleria di Patty Laurent, per venire ad aprirne un’altra a Villeneuve. Ma chi è l’artista Patty Laurent?

“Siamo sposati da più di 50 anni, e lui ha sempre dipinto quadri, scolpito la materia. E questo senza aver mai imparato, avendo frequentato scuole d’arte. È un vero autodidatta. Ma adesso, i suoi quadri sono nella massima musei nel mondo. Ma torniamo indietro di qualche anno. L’artista conosciuta come Patty Laurent, “il suo vero nome non significa molto per molte persone, per questo la chiamo semplicemente Laurent” spiega Patty. “È nato a Orano il 27 giugno 1950 da una famiglia di artisti. Fin da giovanissimo, ha scoperto la pittura. Ha poi creato personaggi o universi che non si situano né nel tempo né in uno spazio determinato in modo che la realtà non si interferire che lo limiterebbe a un’epoca. Nel suo universo, sviluppa una vera estetica, vicina alle sue ispirazioni, fatta di una linea che lo guida sulla sua tela bianca dove trova la sua piena realizzazione nella sua immaginazione perché i suoi sogni hanno bisogno di realtà. : ridà senso all’arte, la sua” si leggeva nell’introduzione al catalogo di una mostra a loro dedicata. E di questi tesori, di questa storia, di questa vita, è Patty ad essere la custode, la memoria vivente.

“Mi è impossibile vendere i suoi quadri senza conoscere l’acquirente”

E come portiere, Patty è più che efficace in questo ruolo. Come in tutti i ruoli che ha interpretato nella sua vita. “Per molti anni, dal 1973 al 2005, ho gestito il mio negozio di prêt-à-porter di lusso a Villeneuve.” La sua esuberanza, il suo rifiuto di certe convenzioni, la sua completezza di carattere, insomma tutte queste sfaccettature che compongono il suo carattere, hanno reso Patty Laurent una figura essenziale, non solo tra i mercanti di Villeneuvois, ma anche tra numerosi galleristi parigini e mondiali che voleva esporre le opere di Laurent. “Ero costantemente tra Villeneuve, Pujols, dove vivo dal 1968, e Parigi, più tante altre città, tanti altri posti. Laurent, tutto ciò che gli interessava era il suo laboratorio, i suoi dipinti, le sue idee e i suoi sogni. al resto io sono stato anche il suo primo critico e siccome ho un gusto molto sicuro, non ho mai sbagliato nelle scelte.

Nel 2005 è stata inaugurata la Galleria Pujols. Perché il 2005 è un anno fondamentale per la coppia. “Fu quell’anno che a Laurent fu diagnosticato il morbo di Parkinson. Allora presi la decisione di chiudere la mia attività, di smettere di saltare da un aereo all’altro, da un treno all’altro. “altro Avevamo bisogno di un posto tranquillo, dove Laurent potesse continuare a lavorare e dove possibile acquirenti o curiosi potranno venire a vedere le sue opere.” Così è nata la Galleria Pujols. “Qualche tempo dopo ho assunto la presidenza dell’associazione Lapislazzuli che sostiene e tutela gli artisti affetti da malattie degenerative”. Un altro lato di Patty. “Quest’anno ho aperto questa galleria a Villeneuve, sotto gli angoli per raggiungere più persone. Naturalmente ci sono acquirenti dei quadri di Laurent. Molti sono venuti da tutta la Francia, e anche da più lontano. Ma attenzione, non lo faccio vendere a tutti, la persona deve spiegarmi perché vuole questo lavoro, che sensazione gli dà, dove verrà appeso. Sono come i miei figli, i nostri figli non possono affidarlo a chiunque.

E a proposito di figli, la successione artistica sembra assicurata con Marie, la figlia adottiva della coppia. “Ha sempre vissuto nello studio, ha sempre visto Laurent dipingere. E ci si è appassionata, in modo del tutto naturale. Le sue opere sono di notevole precisione e finezza. Ed è già stata notata in alcuni musei. Quindi, il resto…” .

Patty Laurent da solo

“Fotografiamo un paesaggio. Mai quello che abbiamo in testa. Tocca alla fotografia assumere il mito della realtà. Tocca alla pittura far emergere dal nulla l’inaudito, il sogno, l’immaginario. Rompere lo specchio che, da Narciso, ritorna per secoli, modello immutato per il pittore per sondare i rifugi oscillanti, le promesse proibite, per ritrovare nel caso “la regola di tutto, tutta Patty Laurent, in questi frammenti di un piccolo mondo a colori, ciascuno dei suoi componenti”. che è audacia e tentativo, è la magia indescrivibile di un’arte che sembra resistere alla disintegrazione fisica e sociale.

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