Amine processato per tentato omicidio nel quartiere della stazione di Mons, il suo avvocato invoca la provocazione

Amine processato per tentato omicidio nel quartiere della stazione di Mons, il suo avvocato invoca la provocazione
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La scena è avvenuta il 23 giugno 2023 nella zona della stazione di Mons. Un uomo è stato brutalmente accoltellato più volte. È stato portato in ospedale in condizioni critiche. L’autore del reato è fuggito, ma la scena è stata filmata dalle telecamere urbane.

La polizia ha analizzato queste immagini. Vediamo due uomini seduti su un muretto. Uno indossa una maglietta blu e l’altro indossa una maglietta bianca. Arrivano altri due uomini, uno dei quali indossa una maglietta nera. C’è una discussione tra l’uomo in bianco e l’uomo in nero. Quest’ultimo mostra un coltello e appare minaccioso.

Il coltello cade e l’uomo vestito di bianco lo afferra. Trafigge più volte il suo avversario e fugge, avendo cura di liberarsi del coltello. È stato trovato, coperto di sangue, sotto un’auto. Ha una lama di quindici centimetri.

Arrestato due mesi dopo

Il presunto autore è stato arrestato il 21 agosto 2023 dalla polizia locale. Si tratta di Amine, un’algerina che vive illegalmente in Belgio. Inizialmente ha contestato i fatti, dicendo che non era stato lui.

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Lunedì è comparso davanti al tribunale penale per rispondere di tentato omicidio. “Volevo difendermi, ha subito detto ai suoi giudici. Questo è quanto ha dichiarato durante la sua ultima udienza, il 15 gennaio, quando ha confessato. La perizia genetica effettuata su una maglietta ne è una prova incontestabile.

L’uomo vestito di nero è stato oggetto di un esame forense. Secondo il medico incaricato dal gip le ferite sarebbero state potenzialmente mortali senza cure immediate. Dalla perizia emerge inoltre che la vittima era sotto l’effetto di alcol, cocaina e cannabis al momento dei fatti.

Provocazione supplicata

È stata chiesta una condanna a otto anni di reclusione contro Amine e a un anno contro l’uomo in nero, di nome Ayman, che portava un’arma senza motivo legittimo.

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Il sottoscritto, Jean-Benoît Ronveau, ha addotto nei confronti di Amine il pretesto della provocazione, dichiarando di essere stato aggredito per primo e posto di fronte ad un pericolo violento, grave ed ingiustificato, tale da richiedere una reazione immediata. “C’era una diminuzione del suo libero arbitrio a causa del suo stato di rabbia e paura”sostiene l’avvocato.

Il pubblico ministero ritiene che non vi sia motivo di provocazione e che l’imputato abbia avuto tutto il tempo per fuggire prima di colpire. “Non potevo, ero appena stato operato”, risponde l’imputato, che tuttavia è fuggito dopo gli accoltellamenti.

Sentenza il 6 maggio.

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