Guyotte, appassionato di cabaret, ha dato il via al concorso del Dinard Comedy Festival

Guyotte, appassionato di cabaret, ha dato il via al concorso del Dinard Comedy Festival
Guyotte, appassionato di cabaret, ha dato il via al concorso del Dinard Comedy Festival
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Domenica 28 aprile 2024, sul palco del teatro Debussy, Guillaume Pouget-Abadie, a.k.a Guyotte, ha lanciato il concorso del Festival della Commedia di Dinard.

“Per fortuna, Manu (Emmanuel Gasne, cerimoniere del festival) aveva riscaldato la stanza. E’ incredibile ed è sempre più facile arrivare davanti a spettatori che già ridono”confida il comico.

Dalla business school allo stand-up

Attenzione, questa non è la prima volta che Guyotte si trova davanti a un pubblico. A 33 anni, sono passati due anni da quando si è dedicato allo stand-up. Con David Castello-Lopes, nel 2022, è stato in mostra alla Petite Loge di Parigi, luogo noto per i comici emergenti. “È stato fantastico, anche se alcune sere ci siamo divertiti tantissimo”confida Guillaume.

Mesi dopo, eccolo a Dinard. Sempre alla ricerca di nuove esperienze, non rifugge dal suo piacere. Va detto che l’umorismo è arrivato poco a poco nella sua vita. “A 18 anni raramente ci diciamo che diventeremo un comico. Ho frequentato la business school e ho iniziato a lavorare nella pubblicità. Ma non il lato creativo e divertente. stavo facendo pianificazione mediaticaFile ex cel… Poi sono diventato autore per Il Gorafì, Canale + o Baffi d’oro. »

Da solo con un microfono

La voglia di fare stand-up è emersa lentamente. Ora è una passione e il desiderio di farne un lavoro. Sul palco, Guyotte trae ispirazione dalla sua stessa vita. Con aneddoti della sua vita studentesca, accenti americani, ricordi di matrimonio… “Non voglio che sia egocentrico. L’idea è che gli spettatori possano riconoscersi. Voglio parlare del mio paese per parlare al mondo intero, come diceva Tolstoj. »

Sulla scia di comici come Aymeric Lompret o Thomas VDB, Guyotte sottolinea l’importanza del rapporto con il pubblico. “Lo stand-up è in definitiva una forma di umorismo piuttosto povera. Siamo tutti soli con il nostro microfono. Quindi deve essere scritto molto bene. Ma al di là del testo in sé, mi piacciono i comici che indossano le battute e dove, alla fine dello spettacolo, ci diciamo che vorremmo bere una birra con loro. Per questo cerco di far sì che gli spettatori si identifichino con i miei personaggi. Non voglio restare solo nel mio delirio. »

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